Alibi Fulmine, storica band genovese, si racconta ai microfoni di Jam Session 2.0. Proprio il 2 luglio uscirà il loro ultimo singolo, Alibi senza Alibi. Un concentrato di “swing noir & spy” che vi piacerà. Scopriamolo qui.
Come vi presentereste a chi ancora non vi conosce?
“Come una band nata dalla New Wave italiana degli anni ’80 che ha proposto da subito un crossover di inediti swing, bossa, cha-cha in italiano legati al passato con chiari riferimenti al noir e allo spy cinematografico”.
Tornate dopo un po’ con un nuovo album, Alibi senza Alibi. Come mai questo titolo?
“La parola alibi ha un suo fascino particolare e ci rappresenta molto per questo ne facciamo un uso spropositato! Perché non citarla ben due volte nel titolo allora? Lo stesso ha anche una sua simmetria visiva se notate e ci suonava bene. Poi non abbiamo alibi, dobbiamo rendere partecipe il mondo intero di questo bel progetto!“
Come mai avete aspettato quest’arco di tempo prima di tornare con un nuovo album?
“Abbiamo fatto tantissima attività live, arrivando fino a Zagabria per il Festival Internazionale del cinema noir, traguardo che ci riempie di soddisfazione tuttora”.
Cosa vi ha ispirato nella stesura dei testi dell’album?
“Il mondo della notte , le metropoli pericolose, gli eccessi, la paranoia, storie vissute e non. Ma anche un sottile ridere sopra questo mondo misterioso che così ci piace rispetto a quello attuale che poco ci rappresenta e non ci fa ridere”.
Qual è l’ascoltatore che vorreste rapire con le vostre canzoni di Alibi senza Alibi?
“Sappiamo che non è musica per tutti, ma siamo sempre felici quando riusciamo a catturare l’attenzione di qualcuno che poco o nulla sa di storie ispirate ad icone come Marlon Brando, Humphrey Bogart, Tenente Sheridan, la nostra icona noir“.
Amate definire il vostro genere come “swing noir & spy”, ci spiegate meglio?
“Termine letteralmente inventato di sana pianta! Ci viene comodo perché più o meno dà un’idea della nostra proposta musicale. E poi, oltre a quella noir, la componente spy con i suoi richiami sia musicali che visivi a James Bond, Agente Speciale e ai B-movies è importantissima.
Avete presente la scena in Shining della dancefloor popolata da fantasmi? Bene, l’ atmosfera retrò senza tempo ci rappresenta. Ma chi lo sa che un domani faremo un pezzo dove questi si prendono a calci… ripeto, ci piace l’ironia, abbiamo imparato molto dalla lezione di Zio Alfred! (Hitchcock )“
Prendete anche spunto dal cinema per le vostre canzoni…in che modo?
“Vi faccio un po’ di esempi. Un’altra anima l’ ho composta nel 1980 ispirata precisamente alla scena drammatica con commento jazz ne Il Selvaggio quando Marlon Brando vaga in moto nella notte.
In Mysterious Eyes Adriano mi ha accontentato riscrivendo li testo precedente cambiando l’ambientazione in una fumeria d’oppio, vedi scena finale con De Niro in C’era una volta in America.
L’allegra Pericolo all’istante inizialmente citava una coppia sfigata surrogato di Bonnie & Clyde, poi su pressioni di Strano tutto si incentrò sulla Banda Bonnot di inizio ‘900″.
Che rapporto avete con il vostro pubblico?
“Ci detestano! No scherzo. Siamo una band con uno spettacolo ben preciso, non abbiamo come scopo che tutti ballino, anche se il genere è ballabile, ma che ci ascoltino e se vogliono possono interagire.
A volte ci stupiamo quando qualcuno dal pubblico ci dice che conosce ad esempio il film del’38 Ho camminato con uno zombie, sicuri che solo noi potevamo averlo visto, (magari solo fino a metà..)”.
Cosa pensate della musica attuale e nazionale? C’è qualcosa che proprio non mandate giù?
“E´ dagli anni ’80 che poco ci interessa il propinato dal mainstream, e stop. Più interessante è invece citare nomi attuali anche conosciuti con molti punti musicali in comune con noi come Koop, Caro Emerald, Matt Bianco, Gabin, Capossela“.
Cosa dobbiamo aspettarci da Alibi Fulmine nei prossimi mesi?
“Sicuramente altre incisioni perché ci sono tantissimi bei pezzi pronti per essere arrangiati, suonati, registrati e video-pubblicati. Live anche, ma più selezionati perché siamo dei vecchiacci pigri, una volta viziosi, ora viziati”.