Andrea Braido considerato uno dei più talentuosi e versatili chitarristi presenti nel panorama musicale italiano, in attività professionale  dal 1985 e noto per le sue collaborazioni storiche, tra cui Vasco Rossi, ci presenta il suo nuovo disco “Origins”.

Scambiamo due chiacchiere con lui.

Ciao e benvenuto.
A breve ed esattamente il 18 Gennaio di quest’anno uscirà il tuo nuovo disco Origins prodotto da te insieme a Giuseppe Aleo di Videoradio e distribuito da Self, dove tra l’altro è già possibile prenotarlo.
Una sorta di omaggio alle origini e all’inizio dell’ispirazione che ti ha poi portato ad essere quello che sei, ossia un polistrumentista e chitarrista versatile presente professionalmente sulla scena musicale dal lontano 1985.
Raccontaci maggiormente in dettaglio. Come è nata l’idea e come pian piano si è realizzato il progetto, anche grazie ai tuoi collaboratori presenti nei credits del disco.

Ciao, l’dea di “Origins” l’avevo in mente da molto tempo tra i vari progetti che mi passano per la testa;)
Ho semplicemente fatto mente locale sui brani che mi hanno ispirato all’inizio (ovviamente parlo di una piccola parte di brani rispetto a tutta la musica che ho ascoltato e che continuo ad ascoltare e studiare riguardante anche quella quel periodo iniziale) quindi sintetizzare il più possibile alcuni brani fondamentali legati a dischi molto importanti per la mia formazione musicale e metterli in un progetto arrangiandoli in modo personale.
Ne parlai a Beppe Aleo della Videoradio con cui collaboro dal 2005 e ci trovammo in sintonia sul tipo di musica e progetto!
Successivamente ho pensato ai collaboratori e la parte che volevo da loro.
Mentre registravo delle chitarre per Toto Cutugno nel suo studio con Carlo Giardina, tastierista, bassista, arrangiatore e fonico (oltre che amico di vecchia data) gli parlai di questo progetto e molto rapidamente decidemmo di lavorarci assieme pur realizzando chitarre, bassi e pre-produzione prima indipendentemente e solo in seguito spostare una parte del lavoro in studio da lui.
Poi un mio amico mi ha parlato di Gianluca Manca, cantante di ottima esperienza e mi è sembrato giusto per cantare i vari brani nel cd, sia per il timbro vocale che la pronuncia dell’inglese impeccabile!

L’album è composto da 10 tracce. Due inediti e otto cover ma non di brani qualsiasi, cimentandoti con mostri sacri della sei corde come Jimi Hendrix, Eric Clapton, David Gilmour, Jeff Beck e molti altri tornando appunto alle tue “Origins”.
Ti sarai divertito molto musicalmente nell’arrangiamento dei pezzi suonando i vari strumenti…
C’è una cover in particolare sulla quale ti sei soffermato maggiormente?

Direi che ho dedicato a tutte le tracce lo stesso tipo di attenzione ma ho richiesto maggiormente l’aiuto di Carlo Giardina su brani come Confortably Numb e Maybe I’am a Leo.
Personalmente mi sono divertito cambiando alcuni parametri come il tempo e l’andamento funky su “South California Purples” dei Chicago!

Windy Meadows e Memory invece sono i tuoi due inediti. Cosa raccontano in dettaglio?

Sono due momenti di vita diversi a livello temporale, Windy Meadows è una descrizione delle atmosfere di montagna e natura che respiravo verso i 13/14 anni ma non ero ancora in grado di tramutare in musica.
Sentivo dei suoni è appena ebbi la capacità di poterli registrare, catturai questo momento di grande curiosità e anche di sofferta agitazione tipico dell’adolescenza!
Mentre quando scrissi Memory ero musicista professionista da vari anni con esperienze di tour, studio e live personali.
Frank Zappa era nello studio quotidiano in più avevo già perso mio padre quindi con Memory ho cercato di creare delle sensazioni legate a determinati momenti di vita non necessariamente solo musicale appunto.
E’ un brano strutturato ma molto libero nel suo respiro.

Molti si sono avvicinati a te ai tempi di Vasco ma, in realtà, precedentemente eri già sulla scena musicale per aver collaborato con altri importanti artisti del calibro di Patty Pravo, Francesco Baccini, Mina e molti altri.
Ci regali qualche bel ricordo di quel periodo?

Se ti riferisci al periodo Vasco dei grossi stadi, uno dei ricordi che mi impressionò all’inizio e legato alla chitarra, era quando sentivo i miei assoli nelle casse del P.I esterno moltiplicate per migliaia di watt
Ogni nota sembrava grossa come un palazzo, poi mi ci abituai e giocavo anche con il feedback sullo strumento 🙂

Come è cambiato il tuo modo di suonare e comporre da allora ad oggi?

A livello compositivo ho sempre usato lo stesso tipo di filosofia, partendo cioè dal ritmo o da un’idea melodica a cui poi aggiungere gli altri strumenti.
Il mio modo di suonare ha delle caratteristiche riconoscibili fin dall’inizio, chiaramente suonando ogni giorno , tenendo la mente aperta, migliori continuamente arricchendo di elementi nuovi la musica che andrai a suonare e comporre, certo con una maturità di vita diversa.

Qualche nuovo strumento da aggiungere alle tue abilità musicali?

Se potessi mi dedicherei allo studio di uno strumento a fiato come il Sax tenore e la tromba ma non ne ho il tempo!
Ho tante cose da scoprire ancora sugli strumenti che suono già e poi ci sono tutte le questioni di vita quotidiana e familiare, l’organizzazione di tante cose che ho in mente però nella mente sì almeno come pensiero e apprendimento stilistico.

In base alle tue influenze c’è qualche artista in particolare con il quale ti piacerebbe confrontarti e che fin ora non si è presentata occasione?

Certamente molti e anche di genere musicale diverso sia etnico che riguarda musicista indiani africani, arabi oppure anche dei classici musicisti rock e jazz significativi ma non mi sento di fare un nome in particolare, è una cosa più sui generis

Tornando al tuo disco nei ringraziamenti citi la tua famiglia e i tuoi amici. Che importanza hanno avuto gli affetti in tutti questi anni della tua carriera artistica?

In tutti i miei dischi gli affetti sono di grande importanza.
In primis ringrazio i miei genitori perché mi hanno dato la libertà di essere un musicista, libero anche mentalmente ma con disciplina oltre che il talento che è una cosa che comunque quando viene scoperta va seguita e perfezionata continuamente!
Poi la mia famiglia attuale cioè le persone che mi stanno vicino che vivono anche la difficoltà di essere un musicista.
La maggior parte vede l’aspetto finale come lo stage o il disco in studio ma non sa che essere un vero musicista comunque comporta delle scelte precise e difficili che richiedono coraggio e un po’ di follia e tanto altro!

Vuoi aggiungere qualcosa? Prossimi progetti?

In mente ho varie cose ma preferisco parlarne quando saranno in fase di lavorazione o compimento!
Un saluto a Jam Session 2.0 e chiaramente invito tutti gli amanti della buona musica a sentire ad acquistare il mio CD “Origins” ed anche altri lavori solisti sempre con Videoradio! (link: http://www.self.it/ita/details.php?nb=8019991883716&tc=c)

Grazie per la tua disponibilità.

Grazie per le interessanti domande e Buona Musica!