La band degli Antartica non è “gelida” come potrebbe sembrarvi dal nom, no anzi. Molti li hanno finiti come sfacciati, irrequieti e soprattutto desiderosi di farsi strada nel mondo ella musica attuale. Qui si svelano ai microfoni di JamSession 2.0.
Chi sono gli Antartica?
“Gli Antartica sono un gruppo di Vicenza, attivi dal 2019, cantano di malinconia quotidiana cercando di unire il pop nostrano con la musica alternativa americana”.
Il vostro ultimo singolo, Mr. Wolf parla, di un amore al capolinea, ma affermate anche che, come nei film le cose alla fine si sistemano sempre. Diteci di più.
“Più che come verità assoluta, la intendiamo come un sentimento di speranza che c’è sempre. Chiunque sogna un amore, una vita o un’avventura come da film. La realtà è che spesso capita di trovarsi di fronte ad una relazione fatta di tante abitudini e pochi sentimenti. E rendersene conto riteniamo non sia per niente facile ma necessario per andare avanti e vivere al meglio la propria vita”.
Il brano quindi è ottimistico, come poco si sente in giro oggi e soprattutto tra gli emergenti. La vostra è una scelta o siete proprio così positivi nella vita?
“Diciamo che il mood delle nostre canzoni dipende dal periodo in cui stiamo vivendo, noi cerchiamo sempre di essere spensierati e di parlare anche di problemi di cui non si sente parlare spesso”.
E´ importante, secondo voi, pensare sempre anche al messaggio che si può dare, far arrivare, prima di buttare sul mercato un brano? Cioè sentite che ci debba essere un senso di responsabilità degli artisti oggi, anche per gli emergenti?
“Noi crediamo che una canzone non debba avere per forza un messaggio, una canzone può raccontare una storia o una sensazione o un sentimento senza voler dare per forza una “lezione”. Sicuramente bisogna essere consapevoli di quello che si dice e si vuole trasmettere, indipendentemente dall’essere emergenti o meno”.
E del mercato discografico così zeppo di emergenti: cosa ne pensate?
“É vero, ci sono moltissimi emergenti e questo può essere visto come un fatto positivo: vuol dire che la gente ha ancora bisogno della musica e che vuole esprimersi con essa. Tutti questi artisti poi faranno in modo che la musica italiana si evolva in fretta e forse inizieranno a girare pezzi più ‘sinceri’ e meno ‘costruiti'”.
Come siete riusciti a guadagnarvi la vostra fetta di pubblico? E quali sono le aspirazioni degli Antartica?
“All’inizio col passaparola tra amici, Samuel, Simone e Fish erano già un po’ conosciuti nella scena vicentina con progetti precedenti. Poi ci siamo sponsorizzati un po’ su Instagram, siamo capitati su alcune playlist editoriale di Spotify ed altro passaparola delle persone che ci hanno trovato sul web. Purtroppo di concerti ne abbiamo fatti pochissimi a causa del Covid”.
A quali concerti o eventi nazionali partecipereste? Sanremo, Concerto del Primo Maggio, festival estivi TV…
“Ci sono dei palchi che chiunque avrebbe come obbiettivo, come appunto il Concerto del Primo Maggio, Sanremo o stadi e arene enormi come San Siro o l’Arena di Verona. Una cosa per volta!”.