Una nuova veste che mette momentaneamente da parte l’atmosfera creata dagli arrangiamenti in acustico, è quella che gli Antonio’s Revenge hanno scelto per presentare il nuovo album. Un viaggio fatto di contaminazioni che dal brit pop attraversano diversi stili, senza abbandonare le performance unplagged con le quali il pubblico ha imparato a conoscerli e amarli.
Ecco come ci raccontano il percorso che li ha portati fino a qui.
- È appena uscito Better Than Myself, il primo singolo estratto dal vostro nuovo lavoro, All Under Control, il vostro album d’esordio. Il pubblico però vi ha conosciuto già con Times Square Lights. Quali sono le principali differenze tra i due lavori?
Con “Time Square Lights” abbiamo voluto “fotografare” il periodo che ci ha visti impegnati nei tanti live unplugged tra il 2009 ed il 2011. L’Ep infatti contiene 5 brani completamente arrangiati in stile acustico, registrati in collaborazione con Fausto Zanardelli. “All Under Control” invece vede le 12 tracce nella loro vera veste elettrica. Il lavoro è stato arricchito dalle produzioni di Vittorio Pozzato che ha curato anche parte delle registrazioni. “Better Than Myself” è stata la primissima canzone scritta dal gruppo, per questo abbiamo voluto che fosse presente in entrambe i dischi anche se in due versioni, per chi non le conosce, completamente differenti e tutte da scoprire.
- Il brit pop è decisamente lo stile che emerge con più forza dal vostro sound. Ma si percepiscono le contaminazioni con il rock americano: come si coniuga questo mix di generi con il panorama musicale italiano?
Non abbiamo in realtà una ricetta per questo mix! È un modo di comporre e di scrivere che ci viene naturale, sicuramente figlio delle nostre influenze musicali a volte simili e a volte complementari. Tra i nostri artisti preferiti ci sono Pearl Jam, Kings of Leon, Cure e Blur.
- Il lancio di Better Than Myself è stato accompagnato da un tour live nelle radio delle Università italiane. Raccontateci questa esperienza.
È stata una bellissima avventura che ci ha visti attraversare la penisola in 5 giorni, percorrendo più di 2400 km e guidando per 29 ore. Siamo partiti da Torino e siamo arrivati a Napoli, ospiti delle più importanti radio delle Università italiane. Oltre alle interviste abbiamo avuto il piacere di suonare unplugged in diretta e di conoscere tante persone simpaticissime.
- Una parentesi curiosa: come nasce il nome della band Antonio’s Revenge?
È noto che scegliere il nome di una band sia un’impresa! Nel nostro caso il nome nasce dalla simpatica coincidenza tra ”Antonio”, il nome del cane del nostro batterista, e la passione del nostro primo chitarrista per la tragedia “The Antonio’s Revenge” di John Marston. Visto lo strano e improbabile abbinamento abbiamo deciso di tenercelo stretto!
- Dopo le radio universitarie, nuovi live in programma?
Continueremo la promozione del singolo e del disco suonando dal vivo il più possibile. In programma per il 2017 uno splendido tour live nei locali di tutta Italia e non solo… Le date verranno pubblicate sulla nostra pagina Facebook: /arevenge