Pianista virtuoso, arrangiatore, compositore e direttore d’orchestra, nonché appassionato di cinema  colonne sonore: è il Maestro Bruno Santori. In esclusiva per Jam Session 2.0 presenta il suo ultimo album, The Best MOVIE SOUNDTRACKS – Vol. 1, a metà tra pellicola, movies e musica d’autore.

Chi è Bruno Santori?

“Come posso rispondere a questa domanda? Sono di certo un musicista che ancora oggi prova a soddisfare la propria curiosità in musica e non solo. L’arte che a volte rimane sepolta dai suoni, per riuscire a farla riemergere, serve scavare alacremente e anche sporcarsi le mani, così come a volte procurarsi ferite anche profonde che portano ad autentici dolori. Ma l’arte dei suoni spesso può condurre a momenti di vera elevazione e a piaceri immensi oltre che a soddisfazioni inattese e coinvolgenti”

È considerato un Maestro, per Lei chi è stato un Maestro?

“Io ho avuto diversi maestri che ho considerato grandi e fondamentali per la mia formazione e crescita artistica, ma parlare di loro mi risulta sempre difficile e complesso. Ognuno di loro ha avuto un ruolo significativo e profondo per me e parlare di uno invece che dell’altro mi sembra sempre di fare un torto a qualcuno di loro, per cui le risponderò dicendo che li porto tutti nel cuore e che ad ognuno sono profondamente grato, oltre che essere orgoglioso di averli avuti come insegnanti”.

Come è nata l’idea di realizzare un progetto musicale natalizio? Soprattutto abbinando colonne sonore e Natale?

“Nel periodo del lockdown ho riascoltato del materiale che negli anni avevamo registrato durante alcuni concerti e, dopo un lungo lavoro di mastering, ci siamo accorti della bontà del materiale che avevamo prodotto, quindi da quel momento ha iniziato a formarsi l’idea di un disco che abbiamo fatto uscire per Natale”.

Ci saranno dei video correlati ai brani dell’album?

“I video al momento non li abbiamo editati ma potrebbe essere che in un secondo tempo metteremo mano anche a quel materiale”

Qual è la colonna sonora che, al di là del suo nuovo progetto, le è più nel cuore?

“Adoro sia Ennio Morricone che Nino Rota e forse le colonne sonore che amo di più stanno proprio fra le composizioni di questi due enormi compositori. Di Morricone amo C’era una volta in America e di Nino Rota Amarcord

Che rapporto ha con il cinema?

“Un rapporto molto poco colto, amo essere spettatore generico e mi emoziono come un qualunque fruitore della pellicola. Mi piacciono sia i film di fantascienza che di avventura, ma a volte anche quelli che narrano di storie vere oppure di storia o d’amore mi coinvolgono molto. Insomma non ho un genere preciso e a volte guardo con grande trasporto anche i cartoni animati della Walt Disney e altri”.

Secondo lei quando una colonna sonora è davvero degna di nota, quando fa la differenza in una pellicola?

“Evidentemente quando è in grado di emozionare anche al di fuori delle immagini. La colonna sonora deve essere ispirata dalla storia e da come il film è girato ma deve vivere e sostenersi da sola, quindi avere una buona forma e molta sostanza nei temi e nella orchestrazione”.

Un esempio di colonna sonora non adeguata?

“Un film che ho sempre amato, ma che considero avere una scarsa colonna sonora, è Lady Hawk. Molte volte mi capita di vedere dei film che hanno una storia coinvolgente e sono girati bene ma non godono del supporto della buona musica senza la quale il film non diventerà mai qualcosa che resta nel cuore e nella memoria della gente. In questi ultimi anni il cinema si occupa troppo poco della sua musica a discapito appunto di un risultato finale che subisce notevolmente di questa mancanza. Spesso dico che la musica senza immagini può anche essere in grado di rievocare le emozioni forti di un film, ma il contrario invece non potrà mai accadere”.