Il 2 ottobre 2020 è uscito il nuovo album di inediti di CAROLINA BUBBICO, pubblicato da Sun Village Records con il sostegno di Puglia Sounds Records e la distribuzione di I.R.D.
Terzo lavoro discografico della cantante, pianista, arrangiatrice e direttrice d’orchestra, che negli ultimi anni ha collezionato importanti esperienze e partecipazioni, fino a calcare il palco del Festival di Sanremo nell’anno 2015.
Facciamo due chiacchiere con lei.
Ciao e benvenuta.
A distanza di cinque anni dal tuo precedente album, ritorni con un nuovo lavoro discografico.
Partiamo dal nome singolare che hai scelto per questo disco, che poi caratterizza la produzione del tuo intero lavoro. Raccontaci meglio in dettaglio.
Come è stato realizzato l’album? In che modo sei stata ‘onnipresente’?
L’album è stato realizzato da Febbraio a Giugno a Sun Village Studio, luogo dove creiamo musica da sempre.
Al fianco di mio fratello Filippo Bubbico, abbiamo prodotto il master attingendo a numerosi musicisti da diverse parti del mondo. E’ un disco molto meditato ma anche ricco di sorprese rivelatorie: ogni volta che acquisivamo tracce a distanza era come scartare i più bei regali di Natale, rimanendo sorpresi di come la distanza può abbattersi e non essere un limite ma un atto di fiducia della sapienza dei musicisti coinvolti, sebbene avessero precise indicazioni sulle strade da seguire. Ognuno di loro è stato fortemente voluto e accuratamente scelto seguendo l’esigenza di ogni singolo mondo sonoro. Ne è venuto fuori un ricco puzzle pieno di umanità, dove ognuno è unico e tutto è irripetibile. La mia onnipresenza si rivela attraverso le idee e le linee guida chiare che ho suggerito ai musicisti coinvolti, al mio grande desiderio di far coesistere nello stesso album diversi linguaggi, stili e terre sonore che mi appartengono e, ognuna a loro modo, risuonano bene con me.
Quindici brani, tutti in lingua italiana, tranne una in francese, “Voyage”.
Cosa puoi dirci di più di questo viaggio?
“Voyage” è il viaggio a cui tendo ogni giorno, uno sguardo sul mondo sempre aperto al nuovo e alla ricerca delle mille sfaccettature di cui siamo fatti, che spesso ci indicano la strada giusta da seguire. Il testo in francese è stato scritto dalla mia amica cantante Rachele Andrioli che ha sposato perfettamente l’idea di viaggio che volevo restituire. Un viaggio bivalente, verso i mondi inesplorati della Terra che sono diversi da ciò che già conosciamo, un apertura verso “l’altro” rispetto a noi, un viaggio interculturale, ma anche un viaggio verso le culture che ci abitano, i mille sé che parlano di noi e dai quali possiamo trarre insegnamento.
Ascoltando l’intero disco le canzoni si distinguono per la loro varietà di stile, mettendo in evidenza la tua capacità a ‘dirigere’ e concepire una musica molto eterogenea, esplorando in totale libertà vari stili e linguaggi musicali molto diversi tra di loro. Affronti tematiche abbastanza universali, dove chiunque può sentirsi accompagnato in questo viaggio molto introspettivo dell’animo umano.
Le tue canzoni sono tutte molte belle, ma quali tra queste inviti maggiormente all’ascolto perché pensi risaltino ulteriormente questa tua caratteristica dell’eterogeneità e libertà musicale?
Personalmente mi è piaciuta molto ‘Italianità’ …
“Italianità” mi rende fiera perché è un manifesto dell’importanza della collettività nella musica e nella vita. Contro ogni forma di individualismo, ritorniamo alla cooperazione che ci rende potenti e ci da la possibilità di mandare un messaggio più forte di come lo potremmo dire da soli. Il messaggio della canzone è dedicato ai suoni dell’Italia, quelli dei dialetti italiani, in particolare quelli del sud che raccontano la storia della nostra indipendenza, che ci ricordano il nostro forte carattere e la nostra unicità. I suoni dei dialetti sono il nostro biglietto da visita e mi affascina come l’arte del tramandare oralmente abbia la capacità di muovere la conoscenza nel tempo. Sta alla nostra generazione il compito di tenere il vita questi suoni e custodirli con amore.
‘Il dono dell’ubiquità’, anticipato tra l’altro dal singolo e video “BIMBA” pubblicato sul tuo canale YouTube, è stato realizzato con il supporto artistico e tecnico di tuo fratello Filippo Bubbico, che ha prodotto l’intero album, raccogliendo le numerose collaborazioni avviate nel corso degli anni da te Carolina. Infatti abbiamo un cast davvero numeroso con tanti ospiti d’eccellenza nazionali ed internazionali: Baba Sissoko, Michael Mayo, Abdissa Assefa, Simon Moullier, Redi Hasa, Sud Sound System, Speaker Cenzou, Serena Brancale, Davide Shorty, Rachele Andrioli, Nando Di Modugno, Giovanni Chirico, Clara Calignano, Antonio De Marianis, Manu Funk, Morris Pellizzari, Paco Carrieri, oltre ai compagni di sempre Luca Alemanno, Federico Pecoraro, Dario Congedo.
Vuoi fare qualche ringraziamento speciale a riguardo?
Come ho anticipato prima, sono felice di aver realizzato questo album con il supporto e il coinvolgimento di anime cosi’ pregiate e musicisti cosi’ entusiasti e ricchi di bellezza. E’ un disco fieramente collettivo e solo per questo prezioso, ringrazio quindi tutti i musicisti coinvolti per essere voluti salire su questa nave della libertà.
Parliamo un po’ più di te.
Pianista, cantante, compositrice, arrangiatrice … sei attiva sulla scena musicale dal 2011 quando esordisci con l’originale progetto in solo “One girl band” che ti vede impegnata nell’uso di più strumenti musicali, una loop machine, le percussioni oltre alla voce e al pianoforte. Nel 2012 approdi anche al grande schermo firmando la tua prima colonna sonora e partecipando al cast del film “L’amore è imperfetto” di Francesca Muci (R&C produzioni e Rai Cinema).
Come ti sei avvicinata alla musica? Quali sono le tue principali influenze musicali? Da dove nasce questa tua forte propensione nel voler sperimentare?
La musica mi ha cresciuto sin da piccola, accompagnato come un faro luminosissimo in tutto il mio percorso di vita, essendo nata in una famiglia di musicisti che hanno creduto nella forza espressiva e comunicativa della musica, facendomela vivere sempre come un mezzo e non un fine. Un gioco meraviglioso attraverso il quale, da grande, ho capito di poter essere la me migliore di me aiutando me stessa e gli altri a godere della bellezza, uno strumento per comunicare con la parte spirituale di questa vita e un palcoscenico di gioia pura. Le mie influenze sono tantissime e diversissime tra loro, dalla musica afroamericana, al reggae, all’elettronica, alla dance, al grunge, alla world music, fino al songwriting, toccando tutti gli sperimentatori della vocalità. La sperimentazione è esplosa quando mia madre una decina di anni fa mi ha regalato la mia prima loop station. La sperimentazione è nutrimento per chi sceglie di creare, ti aiuta a spingerti sempre un po’ più in la del tuo naso. L’improvvisazione in questo aiuta tanto a sapersi mettere in gioco.
Il tuo esordio discografico arriva poi nel 2013 con l’album “Controvento” (Workin’ Label/Goodfellas) con il quale ottieni un notevole successo di pubblico e critica. Il tour di presentazione ti porterà inoltre ad accumulare esperienze su importanti palcoscenici nazionali ed internazionali, che culmineranno nella tua partecipazione al Festival di Sanremo 2015 in veste di arrangiatrice e direttrice d’orchestra per Il Volo, vincitori tra i Big e per Serena Brancale tra le giovani proposte.
Che ricordi hai di quell’esperienza? Come l’hai vissuta? Il Festival di Sanremo, un bel traguardo ma anche una grande responsabilità per il ruolo che hai avuto …
Ho vissuto l’esperienza a Sanremo con grande spensieratezza, incosapevole di quello che stessi facendo, ma anche con grande gratitudine perché sapevo di stare avendo un’enorme opportunità. Quella responsabilità a 25 anni mi ha rafforzato, ha svoltato la mia carriera e mi ha fatto vivere un’esperienza irripetibile di giostra di energia davanti a quella meravigliosa orchestra.
Il 2015 è stato anche l’anno che ti ha visto impegnata con il primo tour all’estero portandoti a suonare sui palchi di diversi festival in Germania e con la pubblicazione del tuo secondo album “Una donna” (Workin’ Label 2015/ I.R.D. con il sostegno di Puglia Sounds Records). Nel 2017 sei stata invece in tour qui in Italia con il M° Peppe Vessicchio e i musicisti del Sesto Armonico per “Il grande viaggio insieme” di Conad. Seguiranno ulteriori partecipazioni e collaborazioni, come per esempio la scrittura dei brani e negli arrangiamenti del disco “Spiritual Galaxy” di Nicola Conte (© MPS in Europa e Universal in Giappone 2018).
Fra tutti i musicisti che hai conosciuto c’è qualche artista con il quale ti piacerebbe collaborare, ma che fin ora non si è presentata ancora occasione?
Vuoi aggiungere qualcosa? Prossimi progetti?
Uno dei miei sogni è quello di poter conoscere e fare musica con l’orchestra vivente per eccellenza, Bobby McFerrin. E’ un idolo indiscusso per me, amo profondamente il suo mondo di saper creare estemporanemente attingendo dal suo pubblico, la sua spiritualità vocale, il suo enorme lavoro come sperimentatore vocale, il suo mondo multi-strato vocale, un armonia vivente.
Stiamo lavorando all’allestimento dello spettacolo che porterà questo disco dal vivo, con l’intento di portare sul palco la gioia e l’emozione più pura che mi appartiene. Un lavoro mirato al coinvolgimento e alla comunicazione col pubblico che sarà con noi durante tutto il viaggio musicale.
Saluti.