Elena Cirillo, cantautrice, pianista, violinista ed insegnante di canto moderno e lirico. Vanta collaborazioni con grandi nomi della musica, artisti affermati in Italia e all’estero, ad oggi è impegnata in tour con Francesco De Gregori.

Ciao Elena piacere di conoscerti e grazie di averci concesso questa intervista.

“Breath Through Me” (Respira Attraverso Me)è il tuo nuovo singolo, ti va di parlarci meglio di questo tuo nuovo progetto?  Una dedica particolare che nasce da un evento molto drammatico, ci racconti meglio in dettaglio?

In effetti è stato un evento che oserei definire “mistico”. La mattina dopo l’attacco chimico in Siria ero nel mio studio, al pianoforte, stavo eseguendo esercizi tecnici. Mi sono fermata un attimo e aprendo FB mi sono trovata di fronte subito un’immagine dei corpi senza vita dei bambini morti il giorno prima…Ho iniziato a piangere e non riuscivo a smettere…Così, sempre piangendo, ho iniziato a suonare ad occhi chiusi, a fare accordi e a intonare una melodia…Ho usato un inglese finto all’inizio ma poco dopo avevo anche chiaro il senso del testo. Non mi è mai successa una cosa simile…come se la musica e le parole venissero da un’altra dimensione, io ero solo un mezzo. Ecco, mi sono sentita proprio così, come se stessi creando grazie a qualcun altro…motivo per cui amo così tanto questo brano.

Che ruolo hanno avuto le persone a te care in tutto questo?

Tutti, parenti e amici, al primo ascolto hanno pianto, si sono emozionati. Così ho deciso di fare un video per celebrare ancora di più il brano. La mia migliore amica, Elisa Marangon mi ha detto che dovevo assolutamente fare un video e che lei mi avrebbe aiutata a realizzarlo. Ho da poco imparato a fare i montaggi così mi sono detta “perché no”? Chi meglio di me e chi mi vuole bene può rendere giustizia al senso di Breath Through Me? Abbiamo fatto le riprese, poi il montaggio. Mio figlio Achille ci ha aiutate durante le riprese e nel video, altre alle foto ai bambolotti, fatte da me, ho inserito i quadri di mio marito Lorenzo che hanno dato forza a tutto. Una squadra familiare ma a mio parere molto efficace. Poi i miei genitori e mio fratello sono i miei giudici imparziali: se loro dicono che il risultato è ok posso andare tranquilla!

Leggo la tua biografia e hai un curriculum di tutto rispetto, sei insegnante di Canto Moderno/Canto Lirico e

sei diplomata in Violino e Canto Lirico presso il Conservatorio di Musica “G. Puccini” di La Spezia. Hai conseguito inoltre il 5° anno di Pianoforte, strumento col quale ti sei avvicinata alla musica fin da piccola.

Come è nata questa tua grande passione per la musica e quali difficoltà hai incontrato (se ce ne sono state), durante il tuo percorso artistico, per poterti affermare?

Credo che con una predisposizione, una passione, ci si nasca. Io ho sempre amato la musica, lo sport e sono stata sempre affascinata dallo studio dell’esoterismo. Queste componenti fanno ancora parte della mia vita e lo faranno sempre. Io sono costituita da loro. La musica mi piace tutta, non ho generi preferiti, il genere pop è quello a cui sono più vicina ma mi posso emozionare per qualsiasi brano, se tocca le corde dell’animo giuste. Ho iniziato a suonare il piano, poi il violino, ho sempre cantato. Da piccola imparai tantissime canzoni classiche napoletane grazie a mio nonno paterno che era di Napoli. Tutt’ora amo cantarle perché mi ricongiungono a lui in questa dimensione. Ho incontrato difficoltà  per affermarmi? Se parliamo di fama si, forse incontrando persone giuste piuttosto che alcuni ciarlatani o approfittatori ora sarei magari più famosa…chissà…Quanto all’affermazione, al successo rispetto a me stessa, io mi sento già una donna di successo e sono grata per ciò che ho realizzato ed elettrizzata per ciò che potrò ancora realizzare. Quello che conta, nella musica, come in tutte le arti, è esprimersi e restare fedeli a se stessi oltre ad essere seri ed affidabili nel rapporto con gli altri.

Hai collaborato inoltre con tantissimi artisti dei più diversi generi musicali. Ne citiamo alcuni:

(classica e la lirica) Katia Ricciarelli e Andrea Bocelli, (Jazz) Rossana Casale e Armando Corsi, (Leggera) Francesco Renga, Morgan, Mario Biondi, Renato Zero, Sting, Robbie Williams … e molti altri.

Cosa si prova a confrontarsi con artisti di questo calibro? C’è qualcuno di loro in particolare che vuoi ringraziare e che ha maggiormente contribuito alla tua crescita artistica?

Come dicevo sopra, sono grata per tutti gli obiettivi raggiunti, per le persone, famosi o meno, di valore con cui ho collaborato. Sono grata anche per quelli che mi hanno mandato in crisi perché sono come l’araba fenice, rinasco dalle mie ceneri e più forte di prima. Quindi ringrazio tutti. Una in particolare? Elena Cirillo!

Nel 2008 hai registrato violino solista e cori nel disco “Per brevità chiamato artista” di Francesco De Gregori e da aprile 2011 sei inoltre parte della sua Band in qualità di violinista-corista.

Ci racconti meglio questa tua esperienza, come hai conosciuto De Gregori? Come sei stata accolta?

Ho conosciuto Francesco De Gregori grazie a Guido Guglielminetti il suo bassista e produttore artistico. Io e Guido abbiamo suonato per un pò nella Band Miraleon creata da Leonardo Rosi. Io anche in quella formazione facevo i Cori e suonavo il violino. Cosi quando De Gregori pensò di inserire una corista/strumentista in band Guido pensò a me e mi chiamò per andare a fare una prova. Avevo già lavorato in studio con De Gregori per l’album “Per brevità chiamato Artista” quindi ci conoscevamo già. La prova andò bene così dal 2011 ho iniziato a far parte della sua Band. Un grande onore, una grande fortuna per la quale sarò sempre grata. Sono stata accolta benissimo e i miei colleghi di Band, tutti uomini, sono una seconda famiglia. Non potevo capitare meglio, mi hanno soprannominata Ciro perché alla fine sono diventata un uomo come loro(intendo nel modo di vivere ila vita da Tour) ed io ho chiamato per questo CYRO il mio progetto. È bellissimo lavorare con tutti loro perché, come dice  uno dei miei colleghi ,noi in Tour “viviamo un sogno”.

Nel 2012 hai pubblicato “Quel Fiore”, il tuo primo Album solista.

Da allora ad oggi come pensi sia cambiato e maturato il tuo modo di scrivere e comporre?

Non è cambiato molto. I brani di Quel Fiore sono comunque attuali, anzi, forse, anche per il tipo di arrangiamento, sono più attuali adesso di allora. Infatti ho deciso di valorizzarli con dei video. Del resto sono brani che all’epoca, per motivi personali, mi limitai a caricare su iTunes e basta.  Ora vorrei celebrarli e valorizzarli perché secondo me sono carini. Altro genere rispetto a Breath Through Me, sia per contenuti che per scelta della lingua, l’italiano. L’arrangiamento poi è molto…beh, ascolterete e…vedrete!

L’anno 2012 è l’anno dove hai inoltre preso parte alla semifinale di X Factor in qualità di Vocalist di Keily Minogue.

Da insegnante, quale consiglio ti sentiresti di dare ai giovani emergenti che si affacciano alla scena musicale italiana forse fin troppo competitiva? Come viene vissuta la musica dalle nuove generazioni? Credi nei talent shows?

L’unico consiglio valido che mi sento di dare è STUDIARE e MIGLIORARSI. Studiare canto, uno strumento, ascoltare musica, creare un proprio stile facendo ricerca su se stessi e cercando di fare emergere la propria particolarità. Essere perfezionisti, precisi e seri per diventare “professionali”. Imparare il prima possibile ad essere autonomi per le proprie produzioni: imparare a registrare, a farsi dei video, a confezionare un primo prodotto da mostrare al pubblico, questa cosa, soprattutto al giorno d’oggi in cui ognuno può avere i propri canali privati on line, è oro! Quanto ai Talent sono un mezzo come un altro per farsi notare ma a prescindere dall’essere notati sarebbe bene concentrarsi giorno per giorno sul percorso che stiamo facendo per vivere bene grazie alla musica.

Sei anche fondatrice dellaPlayTheVoice/Playthesound, scuola di musica di Massa. Ci racconti qualcosa di più? Quanto è incisivo ed importante avere al giorno d’oggi una formazione accademica per coloro che vogliono intraprendere la carriera musicale?

Come dicevo sopra è importantissimo. Nel caso del canto moderno in tanti, anche famosi, cantano senza studiare tecnica…ma alla lunga spesso la pagano rovinando le corde vocali. Ma non è solo una questione puramente tecnica ma anche di confronto con insegnanti che di sicuro hanno più conoscenza in materia e quindi preziose esperienze e consigli da trasmettere. Oltre al fatto di potersi confrontare con altri allievi e avere continui stimoli per fare del proprio meglio.

Attualmente hai messo a punto anche un nuovo progetto “CYRO PROJECT” in cui canti sia in lirica che in canto moderno e suoni piano, pad elettronico e violino. Il repertorio spazia dalla lirica alla musica pop leggera, fino alla Dance Music.

C’è qualche genere musicale che ti piacerebbe sperimentare e che fin’ora non hai avuto l’opportunità di poter fare?

Beh, io ho sempre voglia si sperimentare, guai a non averne! Quindi si, la mia ricerca continua…Ultimamente mi sto concentrando più su aspetti tecnici del mio lavoro come la registrazione fatta da me e lo studio che ne consegue e la creazione dei miei video, dalle riprese al montaggio. Mi sto divertendo molto, questo mi fa stare bene e spero si possa poi intuire dai miei lavori. Mi sento forte del fatto di essere, come dicevo sopra, autosufficiente . Poi mi rivolgerò sempre a chi ne sa più di me e all’occasione mi farò aiutare, ma intanto posso lavorare anche da sola e questa cosa, secondo me, non ha prezzo!

Prossimi progetti?

Scrivere nuovi brani, registrarli, fare video, arrangiare cover in modo originale, suonare la mia musica. Il massimo!

C’è qualcosa che vuoi condividere con noi  e che fin ora non hai avuto l’opportunità di poter dire?

Si. Io credo molto nell’energia e nella spiritualità. Vorrei consigliare a tutti di percepire i doni, le attitudini che abbiamo, nella musica e non solo, come qualcosa che non è solo nostro, ma è patrimonio universale. Imparare a celebrare quotidianamente questi doni cercando di curarli e condividerli col prossimo senza la presunzione che appartengano solo a noi. Se impariamo a pensare che siano appunto un regalo da parte di qualcosa di superiore sapremo rispettarli come meritano e valorizzarli nel modo giusto. Grazie per questa intervista e a presto!