“Volevamo che il nome del progetto fosse qualcosa di misterioso…che lasciasse spazio all’immaginazione”
Ciao Ragazzi, vengo a scoprire di questa nuova band chiamata i Caveleon, così ho pensato perché non chiedere direttamente a loro…da dove nasce questo nome? Chi siete, come vi siete conosciuti e qual è il vostro background musicale?
Ciao Denise!
Volevamo che il nome del progetto fosse qualcosa di misterioso per chi lo leggesse per la prima volta, un’ entità che lasciasse spazio all’immaginazione. Nasce dall’unione di un luogo, “The Cave”, un seminterrato dove sono nate tutte le idee che compongono i nostri brani e che tutt’ora è il nostro studio in cui passiamo le giornate insieme; e “Leon” il nome d’arte che Leo aveva scelto per il suo progetto da solista che poi è sfociato in questa collaborazione. Il nome Caveleon si ispira anche a Chameleon, ci piace pensare che la nostra musica sia in continua evoluzione e prenda diverse forme dai background musicali che ognuno di noi ha.
(Leo) Il progetto è nato in modo molto naturale. Stavo lavorando alla scrittura dei brani che poi sono entrati a far parte dell’ EP e ho incontrato Agostino dopo molto tempo che non ci vedevamo (suonavamo insieme in un gruppo da ragazzi), gli ho fatto sentire i brani, e abbiamo aggiunto in pochi giorni le parti di batteria. Abbiamo iniziato a sperimentare i brani dal vivo in qualche piccolissimo locale e abbiamo pensato subito che Federico, con cui avevo condiviso diverse esperienze musicali, sarebbe stato perfetto per completare il nostro mondo sonoro. Eravamo al MAI TAI studio, dove poi abbiamo registrato l’ EP, e Gianluca Mancini (che oggi è il nostro manager) ci ha fatto sentire un brano che aveva appena registrato insieme a Giulia. Non sapevamo chi fosse ma sapevamo che era esattamente quello che mancava, abbiamo preso subito il telefono e l’abbiamo chiamata e da quel giorno siamo i Caveleon.
(Leo) Ho respirato musica fin da quando ero piccolissimo, in tutti i suoi generi. Ho iniziato a studiare pianoforte quando avevo 6 anni e ho sempre avuto una grande passione per la chitarra, che ho portato avanti da autodidatta, sperimentando diversi generi musicali. Dopo la scuola mi sono trasferito due anni a Londra dove ho studiato e lavorato nel mondo della musica per cinema. Tornato in Italia ho proseguito gli studi di composizione al Conservatorio di Milano, continuando a collaborare alla realizzazione di colonne sonore per il cinema e per il teatro.
(Giulia) La mia passione per la musica è iniziata molto presto: l’esperienza in un coro di voci bianche prima e i corsi di canto poi, mi hanno portata a scegliere come strumento principale la voce. Durante un lungo viaggio in nuova Zelanda inizio a comporre i miei primi brani che sfoceranno poi nel progetto musicale Jenny Penny Full. Successivamente intraprendo il mio percorso di diploma in musica Jazz presso le scuole civiche di Milano ed il master in musicoterapia.
(Federico) La mia esperienza musicale ha sempre avuto a che fare da un lato con il pianoforte, che pratico fin da piccolo, dall’altro con aspetti più tecnologici legati al suono. Fin da ragazzino mi sono approcciato al mondo dei software musicali, dei sintetizzatori sia analogici che digitali, dello “smanettare” sulle macchine. Ho frequentato alcuni corsi di musica elettronica a Milano e ho avuto esperienze in studi di registrazione che mi hanno fatto capire quanto tecnologia, composizione e musica possano esaltarsi a vicenda. Ascolto tanti e svariati generi musicali, mi piace ricercare la novità nel suono, e nutro inoltre una particolare passione verso la composizione di musiche per immagine.
(Agostino) Fin da piccolo, grazie a mio padre, mi sono appassionato alla musica rock, progressive e psichedelica degli anni ‘70. Ho iniziato a suonare il pianoforte all’età di 8 anni e ho smesso a 15 quando, da autodidatta, ho cominciato a suonare la batteria in diverse band spaziando dal rock classico, al post-punk.
Da sempre la potenza e il coinvolgimento del ritmo mi hanno appassionato e rapito.
Oggi, a parte la trap, che non riesco a farmi andare bene, ascolto tutto.
Uscite con il primo singolo Late Night l’anno scorso, 2018, questo perché l’avete scritto in una notte? Quanto è importante la presentazione del primo Singolo per voi?
Sarebbe stato bello scriverla solo in una notte! In realtà Late Night parla di quel momento in cui tutto tace e ti ritrovi con te stesso, e da questo contrasto tra la quiete e il tormento nasce qualcosa di magico.
E’ stato molto emozionante uscire con il primo singolo e sbirciare fuori dalla “Cave” per vedere cosa sarebbe successo. Late night è il brano che mostra tanti lati dei Caveleon, la nostra prima occasione di fondere le nostre idee musicali, e pensavamo sarebbe stato perfetto come presentazione del nostro progetto.
Quest’anno avete firmato con l’etichetta Futurissima per lanciare il vostro primo EP che porta il viatro stesso nome, in uscita il 3 Maggio. È l’inizio di un percorso musicale che avevate in mente da tempo?
Veniamo tutti da background musicali molto diversi. Questo ci ha permesso di avere grande libertà nella scrittura, amiamo i dettagli e i contrasti e ci piace pensare che grazie a questo Caveleon sia un progetto in continua evoluzione, che si arricchisce giorno dopo giorno delle influenze che ciascuno di noi porta con sé, per poi fonderle tra loro in quel punto di incontro che siamo riusciti a trovare per raccontare il nostro immaginario.
Aprendo la porta con l’etichetta Futurissima aprite le porte anche al vostro tour, è il vostro primo? Cosa riservate per il tour e da dove e quando partirete?
Abbiamo sempre voluto profondamente che il nostro progetto fosse un’esperienza da assaporare dal vivo. Non appena abbiamo finito di registrare l’EP la scorsa primavera, abbiamo cominciato subito a esibirci live, da situazioni più intime (come gli house concert) a palchi veri e propri, e per fortuna questo ha portato a nuove richieste di concerti e sopratutto alla firma con Futurissima. Sicuramente speriamo di ampliare i nostri orizzonti anche all’estero e stiamo progettando collaborazioni con arti visive di vario genere.