Il bluesman Fabio Marzaroli e la sua band (Fabio Marza Band) ci presentano il loro nuovo album da studio “Nightmare”, a breve disponibile anche in digital download e su tutte le piattaforme di streaming, anticipato in radio dal singolo omonimo guidandoci in un percorso fatto di storie.

Ciao Fabio intanto piacere di conoscerti e grazie di averci concesso questa intervista.

  • “Nightmare” è il singolo omonimo del vostro nuovo disco, ti va di parlarci meglio di questo nuovo progetto? So che il testo della canzone ha un significato ben preciso, ci sono dei riferimenti anche ad un evento spiacevole che vi è capitato, vuoi raccontarcelo di più nel dettaglio?

In realtà il brano Nightmare ha una storia un po’ diversa rispetto al disco. Il brano nasce prima del furto degli strumenti a Roma e narra di come sia difficile essere musicista oggi; di come molte persone non capiscano cosa voglia dire vivere di musica e della propria passione. In seguito, nel febbraio 2016, abbiamo subito il furto dei nostri strumenti, durante un tour con cui abbiamo fatto tappa nella capitale, e da quella spiacevole situazione abbiamo deciso di creare qualcosa di bello: il disco… che ha preso come titolo proprio Nightmare… Quale altro termine per definire l’accaduto……?!

  • Che riscontro avete avuto con il vostro pubblico e sostenitori? So che avete realizzato una campagna di crowdfunding.

Si abbiamo fatto una campagna crowdfunding e devo dire che le persone sono state molto presenti e gentili con noi, ci hanno sostenuto e aiutato moltissimo! Il disco è davvero merito loro!

  • Fabio leggo che suoni diversi strumenti, ci racconti come è iniziato il tuo percorso musicale? Come è nata la passione per il blues e quali sono gli artisti che hanno maggiormente influenzato il tuo sound?

Sono un chitarrista e cantante con la passione per il Blues da sempre, da quando ho memoria.. Fin da bambino ho ascoltato questo genere musicale perchè in casa e in auto con mio padre si ascoltava questo! Le influenze sono state moltissime e nel mio caso anche molto legate all’età, ho passato periodi in cui amavo Santana, in altri momenti John Lee Hooker, Eric Clapton, BB king, T Bone Walker… Ho imparato qualcosa da tutti loro, ma anche da chi è meno famoso! I miei maestri sono stati importanti. Ho sempre scelto persone con cui proseguire il mio percorso, che mi potessero dare quello di cui avevo bisogno!

  • Il vostro genere spazia dal Blues più classico al Rock-Blues, lasciandovi contaminare da molteplici influenze di vario genere. Arrivate tutti da realtà musicali diverse o semplicemente vi divertite sperimentando? Come è avvenuto l’incontro con gli altri componenti della tua band?

Ho una band meravigliosa che mi segue e mi sostiene da sempre! Con Fabio Mellerio, il bassista, suono da 18 anni. Prima della FMB condividevamo il palco anche con altre piccole realtà locali. Max Ferraro, il batterista, lo conosco fin da bambino e suono con lui dal 2008. E’ stato l’unico batterista della band. Greta Bragoni, che suona nella FMB da tre anni, è un vero talento. L’ho “scoperta” nella scuola dove insegno chitarra (a Domodossola) . La sua voce mi aveva colpito subito! Sono davvero molto felice e orgoglioso della mia band!

  • Il vostro produttore artistico è il cantante e chitarrista Alex Gariazzo della TREVES BLUES BAND, gruppo storico italiano con il quale ha all’attivo 8 cd e centinaia di concerti in Italia e all’estero, oltre a svariate partecipazioni radiofoniche e televisive e l’apertura di concerti di artisti come Bruce Springsteen, Counting Crows, Deep Purple, ZZ Top, John Mayall e molti altri. Come si sono incrociate le vostre strade?

Prima con Fabio Treves, che mi ha sostenuto sin da piccolo. Avevo 15 anni la prima volta che l’ho incontrato e nei miei confronti è sempre stato molto attento e generoso, è una persona di cuore. Ho avuto l’onore di suonare con la TBB a Villadossola quando avevo 17 anni, e da quel momento è nata una bellisssima amicizia che mi lega a lui ancora oggi. Ho conosciuto in quell’occasione anche Alex Gariazzo che, oltre ad essere stato mio insegnante per anni, è stato anche il il produttore artistico dei miei dischi Blackboard (2012) e You Know me (2014)!

  • Avete avuto inoltre l’opportunità di condividere il palco con tantissimi altri musicisti noti come GIGI CIFARELLI, VLADIMIR DEMNIANOV, GUITAR RAY, MIKE SPONZA, RONNIE JONES, GATTO PANCERI, PAOLO BONFANTI, RUDY ROTTA … per citarne alcuni e vi siete esibiti a tantissimi festivals blues qui in Italia e all’estero. Cosa si prova a proporsi ad un pubblico così grande? C’è qualche evento al quale siete particolarmente legati e portate nel cuore? Qualche aneddoto divertente che volete raccontarci?

La musica è fatta di aneddoti e di situazioni fantastiche. La fortuna di suonare con Rudy Rotta, Gariazzo, Pugno, Gnola, Bonfanti, Stef Burns è che ti porta una grande crescita musicale e umana! Ognuno di loro ha un carattere differente e delle caratteristiche uniche. Sono persone che donano generosamente la loro esperienza e la loro musica! Sono zeppo di ricordi legati a viaggi o situazioni particolari, non saprei quale scegliere… Il cassetto dei ricordi è bello pieno!

  • In che modo viene vissuto il blues qui in Italia rispetto all’estero? Differenze o mancanze (se ce ne sono)

Il Blues viene vissuto con passione in ogni angolo del mondo, perchè oltre ad essere un genere musicale viene dal profondo… è il nostro “io” a farlo nascere e vivere. Non so come sia suonare Blues in Francia o in Finlandia, ma posso dire che suonare blues in Italia è bello e difficile al tempo stesso, perché è una realtà con tantissimi appassionati ma anche moltissime band, così, proporre il proprio blues è difficile ma anche stimolante! Spero comunque di riuscire presto a proporre la mia musica anche oltreconfine.

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  • Cantate in inglese, domanda d’obbligo. Fabio hai mai pensato di scrivere pezzi in italiano? Dal lontano 2009 con l’uscita del primo album “Wake and Run” (ricordiamo i successivi 2010 – “Blackboard”, 2015 – “You know me – Live at Labirinto”) ad oggi, con l’uscita del nuovo disco, cosa dobbiamo aspettarci di diverso?

La lingua italiana è per me piuttosto complicata da utilizzare in un tipo di musica nato con un altro linguaggio. Per questioni di metrica si fa fatica ad incastrare le parole e le frasi.

  • Come si è evoluto nel corso degli anni il tuo modo di scrivere musica? Come è maturato il tuo percorso artistico?

Il lavoro quotidiano che facciamo io e la band, porta ad una crescita continua. Molte cose sono cambiate perché tutti cresciamo, il nostro bagaglio tecnico.. ma anche umano. La band ora ha un suono definito, unico ed è questo l’obiettivo da tenere sempre presente. In fin dei conti i brani, i testi, le sonorità possono variare, ma il sound della band è il lavoro importante a cui ci dedichiamo continuamente!

  • C’è qualcuno in particolare che ti ha seguito e che vuoi ringraziare?

I miei genitori da sempre, la mia famiglia, la mia band e il mio team di lavoro. Tutte le persone che pensano che la FMB sia una bella realtà e tutte le persone che mi hanno dato consigli e dritte perchè mi vogliono bene!

  • C’è qualcosa che vuoi condividere con noi e che fin ora non hai avuto l’opportunità di poter dire?

Si, uno! LA musica non è una competizione o una gara; la musica è arte, emozione, sentimento. Non si gareggia e non si arriva mai primi da nessuna parte! La gente comune, gli amici, gli addetti ai lavori, tutti gli ascoltatori decidono cosa e chi sei, non solo per quali note fai o quante ne fai, ma in base a chi sei e a che cosa dici!

  • Grazie per la tua disponibilità.

Grazie a Voi!