Gabriella Martinelli, cantautrice dalla capigliatura rosso fuoco, un passato da busker in giro per l’Europa, un Festival di Sanremo e un nuovo album, “Tutto daccapo“. Ecco cosa ci ha raccontato in un’intervista di qualche giorno fa.
Chi è Gabriella Martinelli?
“Ciao, sono una sognatrice con la valigia sempre aperta. Vivo con la chitarra e ho una passione sfrenata per le scarpe. Mi piace rischiare e sono alla continua ricerca del nuovo. Ho vissuto un periodo della mia vita da busker, ho pubblicato due dischi da indipendente e oggi sono qui con un nuovo progetto che si chiama Tutto daccapo“.
“Sanremo è stata un’esperienza bellissima che mi ha lasciato molto sia dal punto di vista umano che professionale. Ho intrapreso un percorso artistico con una squadra più grande, imparo ogni giorno a sognare più forte. Sono felice di aver condiviso il percorso di Area Sanremo e il palco dell’Ariston con Lula cantando un brano come Il gigante d’acciaio (brano che trattava la questione ambientale dell’Ex Ilva di Taranto). È stato importante lanciare un messaggio di forza, di condivisione, un invito a non rimanere in silenzio”.
“Sanremo è Sanremo, un contenitore con una sua incredibile storicità. E l’idea di ripercorrere in qualche modo i passi di alcuni giganti per me è stato incredibile. Ho trovato fantastico anche Amadeus, sensibile e molto attento alle nuove generazioni. Ma la parte più divertente è stata sicuramente il Dopo Festival con Nicola Savino che ha adottato me e Lula per tutte le puntate, durante le quali abbiamo reinterpretato alcuni classici della musica internazionale. Ho duettato anche con quel figo di Piero Pelù, e chi se lo scorda più”.
“Mi è dispiaciuto esibirmi una sola volta. Sarebbe stato bello se l’eliminazione non fosse stata diretta ma avessimo avuto un’occasione in più per cantare e suonare il brano”.
“Sono orgogliosissima di aver partecipato al Festival di Sanremo con Il gigante d’acciaio e tornando indietro lo rifarei. Con la musica mi piace anche dare spazio a temi che possano sensibilizzare chi ascolta, ponendo anche quesiti alle volte scomodi. Scegliere tra salute e lavoro è ingiusto, paradossale, ed è uno di quegli argomenti che non possiamo continuare a ignorare. Le parole hanno un peso importante e possono aiutare a muovere le cose”.
“Sto seguendo Lula nella produzione artistica del suo ep insieme a Paolo Mazziotti (che è anche tra i produttori del mio nuovo disco) e Dario Giuffrida. Lula è straordinaria e in questo periodo è completamente immersa nella scrittura del suo progetto che sono sicura lascerà tutti a bocca aperta”.
“Tutto daccapo è nato durante il lockdown. Mi sono presa il mio tempo ascoltando tanta musica, immergendomi nella scrittura e nella pittura. È un disco nato da nuovi respiri, in modo artigianale, è il risultato di continua ricerca e di una nuova consapevolezza. È un album trasversale, carico di suoni e di contenuti, in cui mi sono divertita a far convivere le ‘uno, nessuno e centomila’ pagine della mia personalità e dove ogni canzone ha il suo vestito. È un disco che parla di vulnerabilità come valore aggiunto, di abbattimento degli stereotipi di genere, rifiuto del classismo e del patriarcato. È un disco che racconta l’amore verso se stessi e il coraggio di chi sa andare oltre la propria comfort-zone”.
“Sono 9 tracce seguite da una bonus track. Sono legata a tutti i brani in modo diverso. Alcuni sono nati di getto, altri dopo numerosi fogli di carta accartocciati in giro per casa. Scrivo spesso di notte, non seguo regole precise. Tutto daccapo, la title track, è sicuramente la canzone che riassume in modo più completo l’idea che c’è dietro questo lavoro: un invito a vivere da visionari sempre, senza aver paura di cadere, perché bisogna passare anche da lì per rinascere”.
“L’amore per la terra che mi ha cresciuto torna in questo disco nella collaborazione con una mia conterranea, nonché grande amica, Erica Mou. Era da tempo che ci promettevamo di fare qualcosa insieme e la sua voce delicata e melodica su Un’altra carezza ha impreziosito il disco. L’incontro con Erriquez invece è avvenuto in modo casuale. Erriquez mi ha insegnato che l’emozione va trasformata in energia e che si può guardare il mondo con il naso all’insù. Si può essere felici è un inno alla serenità e a non smettere mai di cercare il bello anche dove sembra impossibile”.
“Ci sono un po’ di sorprese nel cassetto di cui ancora non posso dire molto. Ti anticipo che partirà un tour in Primavera e sarò in giro per diverso tempo”.
“Ho fatto tanta fatica con il mio disco precedente, un lavoro totalmente autoprodotto. In cui mi sono messa alla prova non solo come artista ma anche come produttrice, discografica, manager di me stessa e non è stato semplice. Ad ognuno il suo ruolo!”
“Quello che sto vivendo. Mi sento più consapevole e serena. Vivo senza farmi troppe domande, continuando a riempire le mie giornate di nuove possibilità”.
“Ogni cosa è figlia del suo tempo e non mi sono mai preoccupata di fare musica destinata a grandi successi o a una popolarità inferiore. Sicuramente tornando indietro avrei dato più importanza a qualche consiglio e probabilmente avrei investito meno in persone che si sono rivelate poi delle fregature. Ma anche gli errori servono sempre”.
“Un’altra mia grande passione sono i colori in acrilico. Dipingo e a volte impiego intere giornate sullo stesso quadro. Mangio tantissimo e sono un’amante della parmigiana e della pizza, devo divorarne almeno una a settimana per stare in pace con me stessa. Mi piace giocare anche con la teatralità del mio corpo e ho intrapreso da poco una collaborazione con una stilista di Firenze che realizza per me delle curiose gorgiere, grandi colli circolari che si rifanno all’Età Elisabettiana”.
“Certo che si. Tifo per La Rappresentante di Lista e per Giovanni Truppi. Li adoro!”
“Facciamo educazione fisica prof? Non farmi domande di matematica ti prego, perché sono una schiappa ;p”