In occasione dell’uscita del nuovo album HALE si racconta a Jam Session 2.0. Classe 1995 inizia ben presto a dedicarsi al cantautorato italiano, fino  quando nel 2020 viene distribuita la sua musica dalla nota Universal. Oggi presenta Un mondo violento Parte I.

HALE, che significa “Ho Ancora Libera Essenza”, ci spieghi meglio?

“Questo nome mi ha trovato poco dopo aver superato un brutto momento. La musica ha fatto tanto, mi ha fatto capire di essere ancora libero nonostante tutto, forse libero anche da quella che sembrava essere la mia parte peggiore”.

Se potessi tornare indietro cambieresti il tuo nome d’arte?

“Non credo, HALE in qualche modo farà sempre parte di me”.

Parlaci del tuo album: a chi è dedicato, quali temi tratta, com’è nato…?

“È un disco che ha preso forma in un lasso di tempo abbastanza dilatato, a cavallo di due periodi della mia vita totalmente diversi. Tratta temi abbastanza eterogenei, ma in qualche modo sempre con al centro l’amore nelle sue tante forme. E cerca di farlo in modo induttivo, cioè partendo da me stesso e da quello che ho vissuto”.

Ci racconti qualcosa del backstage della realizzazione dell’album che nessuno sa?

“Che l’abbiamo fatto in smart working in pieno lockdown! (ride, ndr)”

Perdere Tutto è stato invece il singolo che lo ha anticipato…cos’hai perso e quando hai scritto questo pezzo?

“Considerando che l’ho concepito solo qualche settimana prima che arrivasse la pandemia e il lockdown, la risposta non è difficile da immaginare. Sono slittati tanti progetti, tanti rapporti sono cambiati e tante facce e nomi sono usciti fuori dalla mia vita. È stato come un terremoto”.

Quest’estate ti vedremo in qualche live?

“A breve arriverà l’ufficialità, non posso ancora dire nulla!”

Dacci 3 motivi per i quali seguirti, e ascoltarti?

“Non saprei dirlo, credo che i motivi debbano trovarli chi decide di farlo!”