Hema, Emanuele Panza, è un cantautore polistrumentista classe ’93. E´nato ad Aversa e il suo primo album è uscito nel 2019, Me faccio sentì, pubblicato con il suo vero nome. Si trattava di un progetto quasi totalmente creato in napoletano, dal tener pop-world-music e blues, oggi invece ci presenta un sound indie-pop-italiano con un mood a tratti dance e a tratti funk. Ecco cosa ci ha raccontato in esclusiva Hema, reduce dall’esperienza che lo ha portato in finale sul palco del Tour Music Fest di Roma.
Chi è Hema?
“Hema nasce durante il lockdown del 2020 ed è l’evoluzione artistica di Emanuele Panza: cantautore polistrumentista di Aversa, classe ’93. Da tempo cercavo un nome d’arte che mi rappresentasse al meglio, che mostrasse l’equilibrio tra la mia scrittura fino a quel momento racchiusa nel primo album Me faccio sentì e ciò che sono oggi musicalmente e non. Ho scelto Hema perché non è altro che il mio vero nome in chiave più moderna”.
Da quanto fai musica? Come ti sei appassionato, hai avuto dei mentori o artisti che ti hanno ispirato?
“Da piccolo sono cresciuto con Eduardo De Crescenzo, Jovanotti, Elisa e Pino Daniele. Ma, in generale, le mie fonti di ispirazione sono davvero tante perché ascolto ogni genere musicale da sempre e cercando di cogliere le sfumature più belle e farle mie. Scrivo canzoni dall’età di 12 anni e ho iniziato a suonare live fin da quando ne avevo 17. Aversa è una città ricca di artisti. Ho fatto tante esperienze in vari gruppi musicali prima di arrivare alla pubblicazione del primo album come Emanuele Panza“.
Quali sono stati, ad oggi, i più grandi traguardi o soddisfazioni a livello artistico?
“Durante la mia carriera artistica ho partecipato a vari contest locali e nazionali, alcuni sono andati anche molto bene. Con la band siamo arrivati in finale a Sanremo Rock 2018, abbiamo vinto il WIP Award Music Contest, abbiamo anche suonato alla finale del Play Music Stop Violence all’Atlantico di Roma, aggiudicandoci il primo premio e il premio web. Dopo il lockdown, come Hema ho partecipato a Deejay On Stage 2021, il contest di Radio Deejay, portando sul palco di Riccione il singolo Déjà vu, brano con il quale ho raggiunto anche le fasi finali del Tour Music Fest 2021″.
Come è andato il Tour Music Fest?
“Per me è stata una conferma della strada intrapresa come Hema. Quando sei lì tra tanti artisti che come seconda, se non prima, casa hanno il palco, sai di essere nel posto giusto. Guardandomi indietro so di aver fatto tanta strada e voltandomi in avanti so di volerne fare altra e in questi contesti ho la possibilità di aprire occhi e orecchie e apprendere quel qualcosa che inevitabilmente entrerà a far parte di me e della mia musica, senza darmi limiti”.
“Murales è il mio modo di dire alle persone che ciò che facciamo nella vita resta ed è la nostra firma, mentre i momenti difficili sono passeggeri. Tutto passa, e ci sarà un nuovo inizio. L’importante è ricordarlo e affrontare la vita e le nostre debolezze con più consapevolezza, forza e armonia. Volevo dire a mio modo alle persone che se anche ci sembra di essere a volte cornici vuote e spente e candele deboli sotto un temporale, quelle cornici possiamo riempirle come ci pare e il temporale passa, e ci sarà il sole”.
“Tanti sono i momenti che restano impressi nella mente. Ognuno ha i suoi ricordi indelebili. A me piace ricordare mia nonna mentre mi cantava la canzone Quell’uccellin che vien dal mare di Oscar Carboni del 1940. Lei cantava sempre e aveva tanta forza per affrontare la vita e i momenti difficili di cui parlo nel brano. Per questo motivo, la canzone significa molto per me”.
“L’uscita di Murales, insieme al precedente Déjà vu, mira a dare un’anticipazione di ciò che il pubblico ascolterà nel secondo album, perché entrambi i singoli sono i più rappresentativi del mio nuovo equilibrio musicale. Al momento sono molto soddisfatto di come stanno andando gli ascolti: Déjà vu ha superato i 60 mila e Murales è a 12 mila e continua a salire ogni giorno”.
“L’idea della sceneggiatura è nata durante il lockdown del 2020, quando i protagonisti del video, Grazia Russo e Francesco Paolo Gasparro del Tinpaper Duo, per dare più importanza al settore dell’arte di quanta ne stesse ricevendo ebbero l’idea di realizzare un evento da casa, in diretta social, dal titolo You’re Art: un vero e proprio spettacolo con una lunga scaletta di artisti che si esibivano a due alla volta, unendo danza aerea e pittura o danza aerea e canto. Già da lì il concetto di unione nei momenti difficili. Io portai Murales in una versione piano e voce, accompagnato dalla coreografia dei Tinpaper Duo e da lì decisi di realizzare di quel brano un video ufficiale e portare la loro idea ad un pubblico più vasto. Sempre in quello stesso evento conobbi Morena Rossi, autrice oggi della cover pittorica e digitale”.
“Ho scelto il palco dell’Associazione Musicale Onlus Bianca d’Aponte di Aversa come omaggio alla stessa, dal momento che nella canzone tratto anche il tema della memoria, dedicando il brano ai ricordi indelebili, per me quello di mia nonna. Infatti l’Associazione da tanti anni porta avanti l’omonimo Premio Bianca d’Aponte, un concorso al femminile che si svolge ogni anno, in memoria della cantautrice aversana”.
“La scelta delle luci è opera dei ragazzi del Factory Studio (Ciro Busiello e Rocco Puca) con i quali abbiamo ampiamente discusso del significato del brano: l’arte che affronta il buio vestita di bianco. Avendo io richiesto ai protagonisti un abito bianco, hanno ritenuto più performante l’utilizzo di poche lucie calde”.
“Credo siano il canale più diretto con il pubblico. C’è sicuramente il rischio che non rispecchino perfettamente la realtà e questo sta nella volontà o meno di ognuno di noi di mostrarsi senza filtri e timore di giudizio alle persone che ci seguono. Non sono il tipo da vita perfetta sui social, sicuramente, e neanche da doppio profilo (vita privata / cantautore), tranne per Facebook per gli strumenti che offre alle pagine aziendali. Sui miei profili mostro chi sono realmente e quello che faccio nella vita, principalmente musica. Ad oggi è possibile seguirmi su Instagram: hema_offmusic, Facebook: Hema Music, YouTube: Hema_offmusic e TikTok:@hema_offmusic”.
“Da spettatore sicuramente mi hanno colpito i concerti di Pino Daniele Nero a metà, Negramaro Casa 69, Alex Britti 23 nonché di artisti della zona di Napoli come La Maschera, i Romito e tanti altri. Per quanto riguarda i palchi, sicuramente quello del Teatro Ariston per la finale di Sanremo Rock, l’Atlantico di Roma, il palco di Deejay On Stage a Riccione, quello della finale del Tour Music Fest e infine il palco del locale dove ho presentato il mio primo album, Me faccio sentì: quello dei Magazzini Fermi di Aversa, perché è stato un momento molto importante: l’obiettivo raggiunto della realizzazione del mio primo album e della condivisione di quelle canzoni e di quelle emozioni con i mei amici della band e con il pubblico”.
“Nel panorama musicale italiano ci sono molti artisti con cui mi piacerebbe condividere un po’di musica: Willie Peyote, Frah Quintale, Svegliaginevra, Federico Baroni, Margherita Vicario, Neffa, Clementino, Coez, Brunori Sas, Ariete ecc. Sono tutti artisti che stimo e che rispecchiano i miei vari mood di vita e gli stili che porto dentro”.
“Sì, perché io credo che per quanto si provi a dare dell’arte una definizione, una classificazione e quant’altro, le influenze del passato e le sfumature rivoluzionarie saranno sempre presenti ed è proprio da queste che tutto continua ad evolversi e innovarsi. Ho voluto dare un titolo con un impatto visivo, così da incuriosire e lasciare, fin da subito, spazio all’immaginazione dell’ascoltatore”.