Il video de “I giorni di Ulisse” è denso di sfuocature, controluci, ombre, immagini spesso non nitide. Cosa nascondono?
Siamo contenti che avete notato questo aspetto del video. Volevamo ottenere delle immagini oniriche che rimandano alla dimensione dei sogni e dei ricordi. Anche il susseguirsi sempre non logico delle immagini vuole ottenere quell’effetto… un po’ come se fosse un viaggio mentale.
Allontanarsi dalle cose per vederle da una diversa prospettiva. Questo è uno degli obiettivi principali del viaggio. Quali sono le cose da cui è stato per voi necessario allontanarvi e poi riscoprire?
Nella vita ci si pone degli obiettivi, quando questi vengono raggiunti è bello uscire dalla propria comfort zone, mettersi in dubbio e spostare l’asticella più in alto. E’ esattamente quello che abbiamo fatto noi. Abbiamo messo in stand by il progetto Serpenti per affrontare nuove sfide; ci siamo confrontati con la realtà di riuscire a scrivere musica per altri interpreti ed è stato proprio questo allontanarsi dalle nostre certezze, dai nostri metodi consolidati che ci ha permesso di conoscerci meglio. Sono ossessionata dall’idea di cambiare sempre per rimanere fedele a me stessa.
Viaggio è anche ricerca e scoperta. Di suoni, di parole, di diversità che diventano la chiave per contaminazioni nuove. Qual è stata la ricerca (e la scoperta) stilistica in questo vostro viaggio?
Ti faccio un esempio pratico… Se ci avessi chiesto dieci anni fa di scrivere una canzone partendo da una chitarra classica per il progetto Serpenti, ti avremmo detto “giammai! Serpenti bandisce ogni tipo di chitarra!” Ecco, i giorni di Ulisse è nata al mare. Luca suonava la chitarra ed io ci ho messo su la melodia di voce. Questo è il bello della musica e dell’arte: contraddirsi fa parte del gioco.
Una domanda facile: da cosa nasce la scelta del vostro nome?
E’ il cognome di Luca. Il progetto nasce da una sua idea quando ha cominciato ad approcciarsi alla musica elettronica. Inizialmente voleva una voce maschile per il progetto ma poi sono arrivata io e l’idea di avere questo nome mi ha subito conquistata. Mi piace la parola Serpenti: è evocativa, esotica, rimanda ad un immaginario antico, sacro, racchiude un mondo, il nostro. E’ un’esortazione ad entrare e scoprire.
In questo strano momento storico in cui il pianeta è immobile, la musica sta sperimentando nuove forme espressive e nuovi canali per non fermarsi mai. Come vi state inserendo in tutto questo?
Noi siamo fortunati perché abbiamo casa e studio insieme. Stiamo soffrendo poco lo “stare a casa” anzi! E’ un piacere! Ci stiamo concentrando sui nuovi brani che vedranno la luce i prossimi mesi e comunque riusciamo a lavorare a distanza con i nostri colleghi… con una connessione internet riusciamo ad accorciare le distanze in maniera significativa. Pensa se fosse successo vent’anni fa!