La canzone d’autore che incontra il folk, si lascia travolgere dal rock, rimbalza nei suoni ska e approda ai ritmi balcanici e latini. Il sound di Francesco Anselmo è il risultato di questo mix. Ed è molto di più. Il giovane cantautore siciliano ci racconta così il suo album d’esordio: “Il gioco della sorte”.

Un sound, quello scelto per il tuo primo album, che difficilmente permette di stare fermi. Quali sono gli ingredienti di questa nuovissima “ricetta musicale”?
Alla base di questa “ricetta” musicale c’è senza ombra di dubbio il ritmo. Penso che in musica sia fondamentale. Sono molto affascinato dal concetto tempo in generale; d’altronde il tempo è stabilità, è precisione, è vitalità. Mi sono divertito, infatti, nel disco a cambiare tempo più volte nella stessa canzone, è una cosa che permette di dare freschezza e dinamicità ai brani. Ne consegue che tutti gli strumenti ritmici utilizzati (batteria, percussioni, chitarre, ecc) costituiscono ingredienti fondamentali per “condire” il sound di questo album.
Il gioco della sorte è il racconto della vita stessa, osservata attraverso gli occhi di un ragazzo di 26 anni. Qual è la visione del mondo che hai raccontato in questo lavoro?
La visione del mondo è la mia, o quella di un ipotetico mio coetaneo ventiseienne. La mia è una generazione per la quale la tecnologia ha giocato un ruolo da protagonista: non si riesce più a fare a meno dei social network. Ma anche la crisi, la mancanza di lavoro e il dramma incessante che purtroppo avviene nel nostro mare (a pochissimi km dalla mia terra) hanno disegnato la mia visione del mondo in questo lavoro. Ho cercato semplicemente di descrivere quanto la sorte, le tendenze e gli avvenimenti di oggi influenzano la nostra società.
Non mancano i suoni inconfondibili del marranzano e del friscalettu, segno evidente di un legame artistico fortissimo con la tua terra…
Le certezze nella vita non sono molte, ma io ne so una: non esiste un siciliano che almeno una volta al giorno non pensa o non parla della sua terra. A maggior ragione se, come me, quel siciliano è stato costretto (dalla sorte) a lasciare la Sicilia per seguire un sogno, un obiettivo. La mia è una terra troppo legata alla tradizione per poter “salpare” via. In poche parole, ogni volta che un giovane Siciliano va via dalla Sicilia, è come se un pezzo stesso della terra lasciasse la sua posizione naturale: c’è un pezzo di Sicilia in ogni Siciliano. Per fortuna è un isola ed è circondata dal sarto più bravo di tutti: il mare.
Il singolo che accompagna l’uscita dell’album è Salmone Noir. Com’è nata la scelta di questo brano tra tutti gli altri?
Salmone Noir è uno dei brani più folli del disco, racconta una storia molto particolare e mi diverte davvero tanto cantarla. La scelta è avvenuta principalmente per due motivi: la pulsazione ritmica, che consente molto facilmente un “battito di piede” fin dalle prime battute; e il titolo che, secondo me, incuriosisce tantissimo.
Parlaci un po’ di te. Ricordi il momento in cui hai detto a te stesso: “voglio fare della musica il mio lavoro”?
Il mio rapporto con la musica è sempre stato molto intenso fin da piccolissimo. Crescendo poi ho studiato, mi sono laureato, ma contemporaneamente cresceva la consapevolezza che la musica doveva diventare il mio lavoro. Ricordo che quando ero all’università e seguivo le lezioni, mi capitava spesso di riflettere, pensare e giungere alla conclusione che mi sentivo estraneo a quel mondo, avevo come un peso sullo stomaco; l’unica cosa che mi consentiva di liberarmi da quel peso era la chitarra che avevo nella mia stanza, fuori da quella facoltà.

Quali appuntamenti seguiranno l’uscita dell’album?

 Adesso sto portando in giro “Il gioco della sorte” con uno spettacolo molto divertente e con una band di 7 elementi. Ad Aprile ho tre bellissimi appuntamenti:  il 7 Aprile a Pontedera, in provincia di Pisa,  a “La cucina Abusiva”, l’8 Aprile a Bologna al mitico “Teatro del Navile” e il 28 aprile in piazza a a Castellana Sicula, nel palermitano. Intanto stiamo organizzando anche un tour estivo molto coinvolgente in giro per le piazze siciliane soprattutto.