Come può un cantautore farsi strada nel mondo musicale, per arrivare “In testa alle classifiche”? Ce lo racconta Carlo Mercadante, con il suo nuovo concept album alla scoperta dei segreti per il successo di ogni artista.
Un percorso alla ricerca della strada che porta in testa alle classifiche. Quali personaggi incontriamo durante questo viaggio?
Tutti quelli che hanno sempre il consiglio giusto e che credono sempre di sapere cosa fare per ottenere il successo. Tutti quelli che, dall’alto delle loro opinioni, sanno cosa va o cosa non va bene. E man mano che scorre l’album mi danno modo di riflettere sulla differenza che c’è tra uomo di spettacolo e artista. L’uomo di spettacolo ha bisogno di sapere cosa vuole la gente, chiede, ricerca, costruisce in modo da catturare consenso. All’artista non interessa l’opinione altrui. l’artista porge il suo mondo, la sua visione. Ovviamente si tratta di personaggi interpretati da amici che si sono messi a disposizione con tanta ironia per fare la parte dei saccenti. C’è il mio ufficio stampa (quello vero) che mi consiglia di “curare” i gusti dei giornalisti, c’è il fan arrabbiato che vuole la canzone d’impegno, c’è chi mi consiglia di fare cover e musica popolare. La canzone d’amore, il tormentone etc. Tutti personaggi che mi danno il pretesto per presentare la canzone che segue nella tracklist
E arriviamo in fine alla soluzione: per arrivare in testa alle classifiche ci vuole…?
Sarebbe come rivelare il finale di un libro. L’album è concepito come una storia da ascoltare per intero. Se il cantautore (io) che fa questo percorso trova o non trova il successo, se lo vuole davvero o ci rinuncia è nel finale dell’album e non lo posso rivelare.
Il gioco è questo però. E’ tutto giusto e tutto sbagliato. Fare di tutto! Essere accondiscendenti: fare quello che gli altri vogliono per essere “voce di popolo” e farsi portavoce delle certezze degli altri. rassicurarli. Oppure essere provocatori e “brutti”. Dire l’esatto contrario di ciò che è corretto dire solo per il gusto di diventare uno specchio negativo in cui la gente può riflettersi per sentirsi meglio. L’importante è non essere se stessi.
Com’è nata l’idea di inserire un’introduzione particolare in tutti i brani di quest’album?
Mi piace parlare di cose importanti alla maniera dei comici. Anche se non sono un comico l’ironia è il mio modo di comunicare. Avevo bisogno di un pretesto narrativo che giustificasse la presenza di ogni canzone nell’album. C’è la canzone d’amore perché è introdotta dalla voce della ragazzetta innamorata che la richiede. E io la canto. C’è il tormentone per lo stesso motivo. Questo mi ha dato anche l’opportunità di spaziare tra i generi in modo coerente. Perché c’è il filo narrativo che spiega che nell’album faccio tutto di tutto per accontentare tutti… Poi il fatto che io ami quelle canzoni è un altro discorso.
Dentro a questo lavoro si nasconde una denuncia o un consiglio?
L’ho detto tra le risate delle persone alla presentazione dell’album: dietro il mio lavoro si nasconde un enorme rodimento di culo (vi autorizzo a sostituire con sinonimi). E’ un’epoca in cui si bada al contenitore più che al contenuto. Fate un giro a caso su facebook. La gente condivide più ciò che critica che ciò che ama. Siamo terrorizzati dalla bellezza. In politica, per esempio, semplifichiamo concetti come empatia, compassione e altruismo con la parola “buonismo” messa in giro da persone piccole piccole e siamo terrorizzati all’idea di parlare di questi sentimenti preferendo diffondere, pur criticandole, le parole di politici meno che mediocri. In musica è la stessa cosa. Diffondiamo canzoni brutte e personaggi improbabili solo per parlarne male e criticarli e togliamo tempo alla bellezza di chi fa arte senza cedere al compromesso. Giudichiamo, non ascoltiamo. Basti pensare ai programmi culinari: Riusciamo a giudicare cuochi pur non avendo la possibilità di assaggiare. Premiamo la mediocrità pur sapendo che la mediocrità non può comprendere l’eccellenza.
Faccio un riferimento a Roberto “Freak” Antoni che diceva: “non c’è gusto in italia ad essere intelligenti.” Non è una denuncia. E’ una riflessione. Ci sono fantastici artisti che non passeranno mai da un talent perché la loro natura è lontana dal compromesso. Il pubblico, i giornalisti, i musicisti stessi dovrebbero riscoprire e riappropriarsi del gusto di diffondere bellezza.
Chi c’è in testa alle TUE classifiche?
In testa alle mie classifiche ci sono gli innamorati della propria arte. Non sopporto il programmato, il costruito. Lo riconosco al volo e non lo amo. Amo chi fa le proprie con per amore di farle e le porge con cortesia. Anche se non è un modo di fare vincente oggi. Anche se si tratta di sconosciuti, anche se impopolari. Amo gli artisti quelli che mi prendono in braccio come fossi un bimbo e mi fanno vedere un punto di vista nuovo. Più alto. Amo meno gli uomini di spettacolo. quelli che se fossi un bambino mi farebbero mangiare sempre patatine solo perché mi piacciono. Non so se ho reso l’idea.