Jack Jaselli cantante, chitarrista e autore nato a Milano e cresciuto girando il mondo, ci presenta il nuovo disco “Torno A Casa”, suo primo lavoro completamente in italiano prodotto da Max Casacci dei Subsonica.
Scambiamo due chiacchiere con lui.
Ciao e benvenuto.
Parliamo del tuo nuovo disco.
“Torno a casa” è il tuo nuovo lavoro discografico (distribuito da Universal) prodotto da Max Casacci dei Subsonica, anticipato dal nuovo singolo “Balla” che è stato trasmesso in radio e online, ospitato in esclusiva tra l’altro su Real Time (canale 31 del digitale terrestre). Raccontaci maggiormente in dettaglio.
Come è maturata la decisione di scrivere completamente un disco in italiano?
E’ stata una decisione improvvisa, forse quasi imprevista. E’ nata dall’esigenza di maggiore immediatezza di espressione allo stesso tempo di ascolto, quindi di comunicazione in generale.
Credo abbia significato anche una presa di coscienza riguardo al fatto che questo (l’Italia) sia il mio posto, e che il nostro Paese abbia bisogno di storie da raccontare e da ascoltare, e che il compito di un cantautore in fondo sia proprio questo.
L’album è composto da 8 tracce (in ordine: In fondo alla notte, Nonostante tutto, Balla, Torno a casa da te, Quando saremo robot, Dreamland, Pirati, Quando saremo robot (Romantici) ) che dimostrano come il cambio di lingua non ha minimamente intaccato la tua ispirazione di cantautore ma, al contrario, ti ha portato su direzioni nuove e inaspettate anche grazie alle trame elettroniche del produttore torinese Max Casacci … la canzone “Balla” ne è un esempio in quanto brano ricco di groove, con chitarre funky che si alternano a bassi profondi e incisivi che fanno da sfondo a parole nostalgiche, incalzanti e sensuali. Dai tuoi esordi ad oggi, come pensi sia cambiato il tuo modo di scrivere e comporre?
Quale canzone dell’album pensi rappresenti maggiormente questa tua trasformazione?
Una canzone come Balla è senza dubbio lontana da molte delle mie produzioni passate, ma recentemente ho fatto caso a come non sia poi così distante da alcuni brani del mio primo disco “It’s Gonna Be Rude, Funky, Hard”, che pur essendo suonati da una band facevano venire voglia di ballare.Ovviamente la produzione di Max si sente chiara e forte in questa canzone come in tutte le altre, e per me è stato un grande onore poter lavorare con lui. Anche dal punto di vista della stesura delle canzoni è stato un vero e proprio maestro.Non saprei bene definire o individuare lo sviluppo della mia composizione, forse perché lo scrivere in italiano è stato un cambiamento così radicale delle mie abitudini sui testi che è stato quasi come imparare un nuovo gioco, bellissimo e difficile.So per certo quale sia la mia sfida: scrivere canzoni il cui testo abbia un senso, e possibilmente un impatto e un’importanza senza che questi chiedano troppo sacrificio alla melodia e alla fruibilità. Ogni tanto cercando di scrivere un testo con un significato ed una poetica che cercano di non essere banali è facile avvicinarsi pericolosamente a qualcosa che sia più simile ad un audiolibro che a una canzone. E così al contrario quando si trova una melodia forte è difficile ancorarla a parole che non ricalchino modelli abusati o non cavalchino le correnti ascensionali delle mode musicali del momento.Credo di avere ancora molta strada da fare e ne sono ben contento perché è appassionante, ma se dovessi individuare un brano in cui ho capito quale fosse la strada da seguire dire che è “Quando Saremo Robot”
Parliamo un po’ più di te e della tua carriera artistica.
Sei nato a Milano, hai girato il mondo e dal 2010 hai all’attivo ben 5 album.
“It’s Gonna Be Rude, Funky, Hard” è stato registrato in una cantina e promosso dal vivo con più di 80 date l’anno, entrando con ben tre singoli nella classifica Ear one dei brani più trasmessi dalle radio.
Il 2013 è la volta di ‘I Need The Sea Because It Teaches Me’ minialbum acustico, registrato in trio interamente dal vivo, che a luglio dello stesso anno ti permette di vincere il Cornetto Summer Of Music Tour Negramaro Contest, dandoti l’opportunità di aprire i concerti della band salentina negli stadi di San Siro e dell’Olimpico, davanti a ben 80.000 persone.
Sicuramente una bella soddisfazione, quali emozioni e ricordi conservi di quell’esperienza?
si è stata un’esperienza indimenticabile. Il sogno del rock n’roll che si avvera. Per fortuna sono ricordi e sensazioni che rimangono addosso.
Ora però sto per fare qualcosa di diametralmente opposto. Un tour a piedi lungo l’Italia, percorrendo la Via Francigena per 800 km con uno zaino e una chitarra. Sarà un tour fatto di luoghi e non di club. Diventerà anche un documentario. Ho voglia di conoscere ancora meglio l’Italia e capire chi siamo davvero noi che la abitiamo. Di scendere dai palchi, ascoltare le storie e cantare le mie. Di vedere che sappiamo fidarci e che è ancora pieno di cose da proteggere e raccontare. Chiunque potrà unirsi a me e presto darò tutti i dettagli.
Successivamente nel 2016 esce “Monster Moon” disco registrato ai Fonogenic Studios di Los Angeles, prodotto da Ran Pink e preceduto dal singolo “The End” sempre con un ottimo riscontro nelle radio. 2016 anno che ti ha permesso inoltre di lavorare anche insieme a Lorenzo Jovanotti Cherubini a due brani che faranno poi parte della colonna sonora de “L’Estate Addosso” di Gabriele Muccino. Come è stato rapportarsi con artisti di quel calibro?
Quando lavori con chi ama davvero ciò che fa no può che essere bello e inaspettatamente naturale.E’ stato così scrivere con Lorenzo che mi ha dato una grande possibilità (e che ha sempre la misteriosa capacità di scrivermi le parole giuste al momento giusto), girare il video con Gabriele e registrare con Ran, tutti e tre sono professionisti impareggiabili e grandi maestri.Così come è stato facile rapportarsi con altri grandi con cui ho avuto la fortuna di lavorare, perché chi ama veramente la musica sa che è lei ad essere al primo posto, non l’ego.
Negli anni successivi hai poi collaborato con Gue Pequeno a una sessione acustica di alcuni brani, con Elodie per cui scrivi il brano “La Differenza” e Danti con cui componi e interpreti il singolo “Solo Per Te” e suonato al fianco di artisti del calibro di Ben Harper, Gavin DeGraw, Xavier Rudd, Lee Ranaldo, Fink, Lewis Floyd Henry, The Heavy, Giusy Ferreri, Alberto Camerini, Jack Savoretti e molti altri.
In base alle tue influenze musicali c’è qualche artista in particolare con il quale ti piacerebbe confrontarti e che fin ora non si è presentata occasione?
credo che se potessi vorrei scrivere e registrare una canzone con Ben Harper.
Tra le tue molteplici esperienze spicca quella del tuo singolo in italiano “Nonostante Tutto” (che poi verrà inserito nel tuo recente disco), composto a 76 mani insieme alle detenute del carcere femminile della Giudecca di Venezia. Non solo un brano ma anche un documentario scritto, interpretato e narrato da te e trasmesso sul canale televisivo Real Time (disponibile anche on line) che racconta la peculiare genesi della canzone e documenta le registrazioni dei cori delle ragazze effettuate all’interno del carcere insieme a Max Casacci.
Cosa ti ha dato umanamente quell’esperienza? Raccontaci di più.
“Nonostante Tutto” è stato un viaggio. E’ stato come fare un master universitario, ho imparato cose preziose e ho ricevuto un regalo che non pensavo di ricevere, la fiducia delle donne con cui ho lavorato all’interno del carcere.Se dovessi sintetizzare direi che ho avuto la prova inconfutabile che la musica non si può fermare con un muro, e che sia davvero un canale privilegiato per metterci in contatto col nostro essere puramente umani. E la nostra umanità, con tutte le sue fragilità, la parte più preziosa che abbiamo e l’unica in grado di salvarci.
Tornando al tuo recente disco l’autunno del 2018 segna l’uscita di “Torno A Casa”, tuo primo lavoro interamente in italiano, prodotto da Max Casacci e registrato agli Andromeda Studios di Torino.
Vuoi ringraziare qualcuno in particolare che ti ha accompagnato nel tuo percorso e trasformazione artistica?
Prima di tutto voglio ringraziare Max, che è stato un vero mentore ed è diventato un vero amico. Poche persone hanno la sua preparazione musicale e il suo peso intellettuale, e ancor meno la sua gentilezza d’animo. Ovviamente “Torno A Casa” è stato plasmato e portato in vita da lui.Poi i miei fratelli di musica, spesso siamo sparpagliati su palchi distanti, ma siamo una famiglia in qualche modo anche nelle tracce di questo disco: Nik Taccori, Max Elli, Chris Lavoro, Paolo Legramandi e Cesare Nolli.Ringrazio Maurizio Borgna che ha mixato magistralmente questo album e che mi ha fatto ridere fino a star male nei mesi Torinesi.Ringrazio chi mi ha fatto crescere, anche facendomi male e pensando di abbattermi.Ringrazio chi ha trattato la musica con superficialità perché mi ha fatto capire quanto fosse sbagliata quella strada.Ringrazio chi mi vuole bene.
Vuoi aggiungere qualcosa? Prossimi progetti?
Ci vediamo lungo la strada.
Grazie per la tua disponibilità.