- Il tuo nuovo album “Era Ora”, ha un titolo che sa di un’attesa conclusa nel modo giusto. C’è qualcosa per cui hai detto “Era Ora”?
Ho detto Era Ora per questo disco, così difficile da portare a termine per questioni tecniche e così voluto, e per aver avuto il coraggio di crederci anche se sembrava che tutto remasse contro questo traguardo.
- “Caterina” è il singolo che ha anticipato l’uscita dell’album. Chi è la protagonista del brano?
È una bambina malinconica e molto profonda che poi cresce, ma che sin da piccolina non trova pace, sente la superficialità che la circonda, sente che il suo entusiasmo non la aiuterà a camminare in un mondo che le vuole togliere il sorriso. Però alla fine riesce ad ammettere di essere “sbagliata”, diversa, e quindi viva, vera, se stessa. E non ne ha paura.
- La realizzazione del tuo progetto è frutto anche dell’affetto dei tuoi fan che hanno finanziato una campagna su Musicraiser con un successo inaspettato. Cosa ha significato questo per te?
Questo per me ha significato che per comunicare serve anzitutto essere veri, non aver paura di esporsi ma nemmeno esagerare con l’egocentrismo artistico. Ho imparato che le persone devono sentirsi parte di quello che proponi e credo che la gente abbia colto che questa cosa la volessi veramente tanto.
- La tua musica incrocia lo stile urban americano rivisto con l’ausilio della lingua italiana. Spiegaci meglio questa contaminazione.
È un mio feticcio stilistico, in verità la nostra lingua è molto difficile da unire alle sonorità ritmiche che amo dalla cultura americana, per questo il mio disco ha delle contaminazioni nella scelta dei suoni, ma alla fine credo sia un disco pop, in senso di popular, con dei suoni riconoscibili anche dal nostro paese.
- Dalle consulenze musicali dietro le quinte, a protagonista del palco come performer. Quale di questi ruoli ti rappresenta meglio?
Amo salire sul palco perché è un covo di energie che ti danno vita, sempre, ed è una prova del nove per dimostrare che quello che esce dallo studio è frutto di una tua capacità, anche senza l’uso di autotune e corollari.
- Puoi già anticiparci qualcosa sul tour?
Nei miei concerti vi racconto la mia storia, quella di una donna che si ritrova circondata da consapevolezze ed esperienze che ha voglia di raccontare a tutti. Sono molto contenta di quello che ho visto fino ad ora, le persone che ho avuto davanti le ho sentite presenti in ogni contesto, attente ad ascoltare i contenuti, oltre che la mia voce e il sound che propongo con la band di tutto rispetto che ho dalla mia parte. Per gli aggiornamenti sulle date vi invito sulle mie pagine social “Ketty Passa”.