Una continua, piacevole oscillazione alla ricerca del perfetto equilibrio musicale e non solo. Così Leila ci racconta il suo nuovo singolo, Dondolo, estratto dall’album che porta il suo nome. Un lavoro in cui leggerezza, sospensione e semplicità convivono con la scoperta di un’autentica profondità di suoni, voce ed emozioni.
  • Chi è Leila?
Mi hai fatto una domanda complicata, è difficile definire se stessi e il mondo. Allora sono andata su Google e ho girato la stessa domanda a lui. Lui dice che: “Leila è un personaggio fantascientifico”.
  • Hai detto che a Roma hai incontrato le persone giuste con le quali esprimere la tua creatività. Chi sono queste persone?

Sono persone che scrivono e suonano come me, con le quali ho una affinità elettiva su diversi piani, non ultimo quello terreno su cui produciamo dischi.

Parlo di Lapidarie Incisioni, l’etichetta di cui faccio parte insieme a diversi amici tra cui Ilaria Viola, Daniele Borsato, Giulio Marino, Filippo Rea e l’ultimo ma non ultimo Lucio Leoni che ha prodotto con me il disco.

Parlo anche del mio gruppo con cui sto animando le 7 tracce che compongono l’album e che rendono il live molto ricco, e che sono Federico Leo, altro produttore del disco e batterista, Francesco Saguto, chitarrista con cui condivido dieci anni di esperienze molto artistiche, Carmine Iuvone un multi strumentista camaleonte che si serve di basso, violoncello, ukulele basso ed effetti, Ynaktera sound designer, Emanuele Marocco il disegnatore che ha realizzato per me diversi pezzi originali che vengono proiettati ed elaborati in tempo reale dalle grafiche e dal montaggio di Simone Memè, artista visivo. Un fracasso di gente, belle anime con cui creare è diventato il mio gioco preferito.

  • “Dondolo” è il tuo nuovo lavoro, l’oscillazione alla ricerca di un equilibrio. Cosa di te continua a vivere in bilico?

Il primo singolo estratto è “Dondolo” lo abbiamo scelto perché ci piaceva. Era quello che meglio rappresenta la mia ricerca ovvero l’equilibrio di una musica a metà tra elettronica glitch e cantautorale classica, tanto che nel testo c’è un chiaro riferimento all’adorato Franco Battiato.

Cosa di me continua a vivere in bilico? Non parlo di conto in banca. Forse parlo di cose invisibili.

Cosa di te si è già fermato e non è più in bilico? Per alcuni la vita si passa sul filo, in bilico, secondo me sai di cosa parlo, lo sa anche Vasco Rossi, dai, lo sai di che parlo? 🙂

Si pende tra sinistra e destra, tra alti e bassi, tra dire e fare, tra bianco e nero: tra gli opposti, costantemente. Ho visto che su questo argomento si parla spesso in modo angoscioso, disperato, lamentoso, difficilmente mi è parso di trovare il contrario, io invece vorrei parlarne bene di questo fatto. Per quanto mi riguarda non è una constatazione negativa. Non è difficile vivere con questa consapevolezza se accetti i cambiamenti, se impari a surfare sulle onde invece di lasciarti travolgere dal caos. Penso che questa del bilico sia una situazione irreversibile fino a prova contraria della vita, ma non dovrebbe creare disagio, il disagio è creato dalla mancanza di strumenti che abbiamo nella nostra società per affrontare la complessità della vita.

  • I tuoi brani sono scritti e composti da te: per farlo hai cercato il vuoto, il punto zero. Qual è il momento in cui ha ritrovato lo slancio giusto per ripartire?

Passare dal punto zero secondo me è una sensazione simile a un cambio di pelle o a un giro di boa.

Rappresenta un passaggio obbligato per chi abbandona se stesso per mettersi in gioco in una nuova veste. Non ho deciso di ripartire, né di fermarmi, non c’è stato un momento giusto, ho solo deciso di cambiare e per fare questo ho dovuto abbandonare molte cose e molte persone della mia vecchia vita per fare molta luce.

  • Non manca nel tuo nuovo album, che porta il tuo nome, il tema dell’amore raccontato come una fuga insieme. Parlaci della tua visione di questo sentimento.

A volte mi sembra che le persone esprimano opinioni solo per essere amate e approvate dagli altri.

C’è un casino di parole poco pensate, poco sentite, apriamo la bocca pur di non stare in silenzio. “Noi” il brano di cui parli, è lo strumento che uso ai concerti per mettere in crisi chi ascolta e invitarlo a un ascolto più profondo di sé. È un rito di rottura e pulizia, è un invito all’amore verso se stessi. Di solito succede sempre qualcosa di forte quando lo suoniamo, l’altro giorno mentre lo cantavo in radio la conduttrice ha tirato fuori una risata isterica che me la ricorderò sempre.

  • Dove possiamo ascoltarti?
Sul web. C’è il mio disco in vendita in copia fisica su lapidarieincisioni.bigcartel.com, sia in digitale su Itunes. È anche in streaming. In autunno parte il tour in Italia, Tutte le info si troveranno su facebook.com/musicaleila