Uno speciale cofanetto che contiene 2 CD + un libro, già presente in tutti i negozi, digital store e sulle piattaforme streaming. Mario Castelnuovo ci presenta GUARDALALUNANINA (per Azzurra Music)

Scambiamo due chiacchiere con lui.

L’uscita del cofanetto è stata accompagnata in radio dal singolo “GUARDALALUNANINA” un brano inedito e che si riallaccia ad una tua canzone già di successo del passato e cioè NINA.
Raccontaci meglio in dettaglio, come nasce il progetto e cosa si vuole trasmettere a chi ascolta?

Il nome Nina mi è familiare da sempre. ” Guardalalunanina ” è un brano che custodivo da 11 anni, l’età di mia figlia, e che per la sua intimità, è la cronaca del suo parto, credevo giusto continuare a proteggere. Quando mi sono reso conto che la canzone parlava anche a tanti altri, non solo a me, l’ho liberata. ..

Il libro che accompagna il cofanetto è stato definito non un’autobiografia, ma piuttosto una sorta di ‘diario di sentimenti’ … come se si volesse rendere partecipe il pubblico ancora di più sull’origine delle tue canzoni, di cosa ti ha ispirato in tutti questi anni, mettendoti a ‘nudo’ e volendo condividere ancora di più il tuo mondo interiore con chi ti ascolta.

Esattamente questo. Un quaderno adolescenziale dove si scrivono poesie, si scarabocchiano disegni, testi di probabili canzoni. Aprirlo significa condividerne il respiro.

Sicuramente un bellissimo regalo per i tuoi fan ed omaggio alla tua lunga carriera artistica,  un lavoro che esprime a 360 gradi la profondità e l’umanità di una delle figure più influenti del nostro cantautorato italiano, quale tu sei. Vuoi fare qualche ringraziamento speciale?  

 Intanto alla casa discografica che ha voluto e creduto in questo progetto, a Michele, che mi ha ricordato i 35 anni di “Nina”, eppoi a tutti coloro a cui ho detto grazie in questi anni.

Il cofanetto è composto da due CD e ripercorre la tua lunga carriera artistica tra numerose produzioni alle spalle, collaborazioni di prestigio, dischi, libri, concerti e spettacoli teatrali.
Come hai scelto le canzoni da includere in questo cofanetto?

È stata una selezione emotiva, del momento : ho messo quello che mi passava per la testa e fra le mani in quel momento. Non sarebbe stata possibile una selezione razionale, e nemmeno vera come credo sia questa.

C’è n’è qualcuna alla quale sei particolarmente legato e di cui vuoi parlarci maggiormente in dettaglio o pensi meriti maggior attenzione da parte del pubblico?

 Legato, sinceramente, a tutte. Ognuna mi ricorda un momento esatto della mia vita,  una ragione per cui l’ho scritta, ma sono felice di dare un nuovo palcoscenico a quelle che si sono ascoltate meno, perché penso che se lo meritino.

Parliamo un po’ più di te, ricordando le principali tappe della tua carriera musicale.
Sei nato a Roma, classe 1955, ti sei avvicinato al mondo della musica iniziando a frequentare, durante gli studi universitari alla Facoltà di Lettere, il Folkstudio di Roma, vera e propria fucina della scuola cantautorale italiana degli anni ‘70.
Che ricordi hai di quel periodo e cosa ti ha spinto ad avvicinarti al mondo della musica?

Ho ricordi pionieristici, tutto era in divenire, il futuro illimitato. Sentivo di dover esprimere cose che vivevo nel profondo, che osservavo, e l’ho fatto in vari modi, disegnando, suonando, scrivendo.

Dagli esordi ad oggi come è cambiato il tuo modo di scrivere e comporre le canzoni?

Non credo mica sia cambiato molto, ho solo più consapevolezza di dove posso arrivare, qualche volta, ma l’istinto e l’eccitazione di voler far nascere una cosa è rimasto lo stesso.

Tutto è partito nel 1981 con il singolo di successo “Oceania”.
L’anno successivo debutti al Festival di Sanremo con quello che diverrà poi uno dei tuoi brani più famosi, l’enigmatica “Sette Fili Di Canapa”, che darà anche il titolo al tuo primo album prodotto dall’amico Amedeo Minghi.
Seguiranno poi “Mario Castelnuovo” album che contiene la tua canzone di successo “Nina” piazzandosi al 6° posto (ma al 2° nelle votazioni del GR1) nel 1984 alla tua seconda partecipazione al Festival di Sanremo, “E’ Piazza Del Campo” (1985), “Venere” (1987), “Sul nido del cuculo” (1988), “Castelnuovo” (1993), “Signorine adorate” (1996), “Buongiorno” (2000), “Com’erano venute buone le ciliegie nella primavera del ’42” (2005),  “Musica per un incendio” (2014), insieme a tutta una serie di singoli, collaborazioni live anche all’estero e molto altro che contribuiranno ad arricchire il tuo vasto repertorio.
Dovendo fare un bilancio, ad oggi come è cambiata la scena musicale italiana?

Mi pare ci si stia omologando troppo. L’originalità, la capacità di riconoscere un brano dalle prime note si è persa. Dovremmo lavorare su questo, dovremmo rischiare di più,  piuttosto che rincorrere modelli già noti.

Come se la sta passando la canzone d’autore? In base alla tua esperienza, ai giovani d’oggi, interessa ancora o è un genere musicale considerato un po’ troppo di ‘nicchia’ per interderci?

La canzone d’autore interesserà sempre perché parla di noi, della nostra anima, e per questo è condivisa da un pubblico silenzioso, rispettoso. Forse ci sarebbe bisogno delle “sardine d’autore” per rinvigorire la categoria. ..

Durante la tua carriera musicale hai incrociato tantissimi artisti straordinari, da Rino Gaetano ad Amedeo Minghi, passando per il produttore Lilli Greco. Hai anche poi scritto e prodotto tra il 1986 e il 1988, insieme a Gaio Chioccio, diversi pezzi per una giovane Paola Turci (tra cui i due premi della critica sanremesi “L’Uomo Di Ieri” e “Primo Tango”) e nel corso degli anni ti sei confrontato con tanti altri artisti noti.
C’è stato un incontro in particolare che ti ha segnato profondamente sia a livello umano che artistico?

Gaio Chiocchio e Lilly Greco sono sicuramente stati gli amici con cui ho condiviso una fetta della mia vita tra le più irripetibili. Amici e maestri, ognuno a suo modo

A distanza di anni e fra tutti gli artisti, ce n’è uno in particolare con il quale ti piacerebbe collaborare e che fin d’ora non si è presentata ancora occasione?

Ho nel cassetto una canzone che vorrei cantare con Francoise Hardy, è  un sogno da cui non vorrei svegliarmi.

Dischi, romanzi, libri di narrativa, concerti e spettacoli teatrali.
Cosa ti piacerebbe fare in futuro? Mario Castelnuovo ha ancora un sogno nel cassetto?

Mi piacerebbe vivere, fino all’ultimo, da vivo.

E le serate live? Dove possiamo venire ad ascoltarti prossimamente?

Gli appuntamenti che ricordo sono : 14 dicembre Aradeo in provincia di Lecce, 2 febbraio a Lazise sul Lago di Garda, e poi….

Grazie per la disponibilità.

A voi!