La cantautrice Valeria Vaglio, con la sua voce androgina, presenta un album agguerrito dal sapore malinconico. Il disco “Mia” è un viaggio attraverso se stessi e condivide situazioni in cui tutti noi ci siamo trovati almeno una volta nella nostra vita. Anche per questo le sue canzoni meritano di essere ascoltate.
Innanzitutto ti faccio i miei complimenti per il tuo album “Mia”. L’ho ascoltato molto volentieri ed apprezzato, oltre a musica e testi, la tua voce fuori dagli schemi, androgina.
Il 29 Marzo esce l’album “Mia”, perché questo nome?
“Mia” ha molteplici significati. Primo tra tutti quello di volere a tutti i costi qualcuno o qualcosa che in realtà è intrappolato nella nostra testa, ma che spesso è solo una proiezione di quello che serve per riempire i nostri vuoti. Ma “Mia” anche per ricordarmi che l’unica cosa certa che ognuno di noi ha è se stesso ed è doveroso prendercene cura, anche nei confronti delle persone che ci circondano.
Dalle tue canzoni si evince che sei una donna agguerrita. Quanto ha influito la rabbia in questo tuo album?
La rabbia e l’amore sono stati il motore di questo album. Questa costante alternanza di pieni e di vuoti ha fatto in modo che venissero fuori delle sonorità inesplorate fino a questo momento, ma che mi hanno permesso di far emergere uno dei tanti mondi sommersi che mi porto dentro.
Mi ha colpito molto la canzone “Mi faccio un regalo”, in particolare quando dici “Non dimentico tutto, ma riparto da zero”. Oltre all’esperienza di vita ci leggo anche molta speranza. Se dovessi farti un regalo per il futuro, cosa ti regaleresti?
Mi piace pensare allo 0 come costante punto di partenza perchè ogni giorno che passa non siamo mai uguali a noi stessi. Quello che abbiamo intorno ci cambia inevitabilmente e spesso affrontiamo situazioni identiche in modo molto diverso solo per aver acquisito altre consapevolezze. Vorrei regalarmi un po’ di serenità. La stessa che poi rifuggo e poi ricerco. Insomma giochiamo a nascondino.
E’ un album molto diverso dagli altri. Come affronti il cambiamento?
E’ stato stimolante confrontarsi con nuove sonorità, nonostante i testi siano scritti sempre in uno stile che penso di aver consolidato nel tempo. Detesterei l’idea di essere sempre uguale a me stessa, nonostante abbia bisogno di tempi tecnici per metabolizzare i cambiamenti.
Come mai hai scelto Parigi come sfondo per il videoclip del tuo singolo “Mi faccio un regalo”.
Conosco molto bene Parigi. Quando abbiamo pensato alla location per il videoclip ho visto esattamente i posti dove avrei voluto essere mentre cantavo. Diciamo che l’ho girato prima in testa.
Non altre domande. Ti faccio solo i miei complimenti perché difficilmente mi emoziono, ma alcune tue canzoni mi hanno toccata. Grazie.
E di questo sono felice. Vuol dire che, per ora, posso continuare a fare questo lavoro. Grazie mille a te.