Miriam Rizzo è regista, specializzata nell’ideazione e direzione dei videoclip musicali d’autore. Tra i suoi ultimi lavori degni di nota anche i video per Il Compleanno, brano di Nino D’Angelo nel quale una splendida Rossella Brescia e il ballerino Amilcar Moret Gonzalez danzano sott’acqua. E poi La rotta degli alisei di Sergio Cammariere. Ma Miriam Rizzo ci ha svelato non solo alcuni retroscena, ma anche come nasce un videoclip: siete curiosi?

Qui l’intervista esclusiva per Jam Session 2.0.

Come definiresti il tuo lavoro?

“È un mondo in continua esplorazione, fatto di sacrifici, impegno e determinazione, ma anche di tanta fatica, formazione continua e coraggio”.

La realizzazione dei clip video, legati alle canzoni, è sempre e molto importante, purtroppo però gli addetti ai lavori come te sono sempre un po’ “dimenticati”. E´ un vantaggio, o ti dispiace?

“Non trovo che gli addetti ai lavori siano dimenticati, perché quelli bravi vengono sempre chiamati. I videoclip ovviamente promuovono un artista che non è il regista stesso, ma ovviamente anche il videoclip è una forma di cinema, quindi è importante quanto qualunque altra cosa e resta per sempre nella propria carriera”.

A cosa serve un videoclip? Lo chiediamo a te che appunto li crei, li “inventi”, li tocchi con mano tutti i giorni.

“Un videoclip serve ad accompagnare la promozione di un disco e a far sì che diventi immagine, oltre che musica, sposando le intenzioni musicali dell’artista nel miglior modo possibile”.

Come nasce un video musicale?

“Ogni autore ha un modo diverso di partorire le idee, io posso dire che parto dalle emozioni e cerco di tradurle in immagini”.

Quanto ci vuole per stabilire e concretizzare l’idea?

“Per ciò che mi riguarda mi prendo il tempo di sentire la musica e le parole nella pancia, e quando “vedo” le immagini che mi trasmettono inizio a capire cosa voglio realizzare”.

Ci sono topic importanti da rispettare nella sua realizzazione, nelle sue tematiche?

“Dipende dall’artista, da ciò che vuole comunicare. Nel mio caso sono stata lasciata completamente libera”.

Hai curato e diretto, ultimamente, i videoclip “La rotta degli alisei” di Sergio Cammariere e “Il compleanno” di Nino D’Angelo, raccontaci qualche retroscena.

“Lavorare con Sergio e Nino è stata un’esperienza bellissima. Loro sono due persone di una profondità unica, ma anche molto divertenti. Tutta la preparazione di entrambi i videoclip è stata così anche se faticosa. Ricordo che inizialmente pensai di mettere Nino sott’acqua col pianoforte, e Toni D’Angelo, suo figlio, mio caro amico, mi disse: ‘Miriam se gli dici una cosa del genere scappa’. Risi tantissimo”.

 

Qual è stato invece il video per te più faticoso?

“Non c’è un video più faticoso di un altro. Ogni cosa ha bisogno della sua cura, del tempo e della concentrazione per essere bella. Tutto quello che si vede, dietro nasconde una grande fatica e un grande lavoro di squadra”.

Quello che ricordi con più emozione?

“Non posso mentire su questo. Quando ho visto Rossella Brescia sott’acqua nel video di Nino D’Angelo citato anche prima e con quell’abito bianco mi sono emozionata. Rossella è principalmente una mia amica, ed ero consapevole della fatica che stava facendo in quel momento solo per affetto nei miei confronti e per l’amore che ha per questo lavoro. Le devo davvero tanto e le voglio molto bene. Rossella è una grande donna e una grande attrice”.

Riprese Video con Rossella Brescia sott’acqua

Riprese Video con Rossella Brescia sott’acqua

 

Quello più costoso/esagerato e scenografico al massimo?

“Girare di notte in una piscina rivestita di feltro nero nella totale sicurezza subacquea e al momento anche per Covid non è sicuramente economico. Stessa cosa per ‘La rotta degli alisei‘, con un minorenne sul set. Purtroppo è un periodo in cui la maggior parte del budget viene speso per la totale sicurezza di tutta la troupe e degli attori”.

E quello che avresti voluto curare tu, ma invece è stato fatto da altri?

“Tasto dolente perché ultimamente ho cercato di avvicinarmi a lui per un progetto importante (non per video), ma non è stato tanto disponibile purtroppo. E sin da piccola, per questioni di associazione affettiva e non solo musicale, ho avuto il desiderio di incontrarlo. Parlo di Zucchero Fornaciari. Purtroppo ognuno ha un proprio modo di essere e con lui non siamo riusciti a incontrarci professionalmente”.

Che consiglio dai agli emergenti che oggi vogliono buttarsi nel, già saturo, mondo musicale? Anche a livello video.

“Non posso dare consigli per la musica, ma per il cinema e tutte le sue sfaccettature posso solo dire una cosa: abbiate il coraggio e la forza di non farvi sottovalutare da nessuno. Se avete la forza di sbattere la testa, sopportare persone che intralceranno il vostro cammino e passarci sopra e continuare a guardare avanti…allora sì, non mollate mai!”