Un invito a dire “no”, almeno ogni tanto. È così che i Niggaradio presentano il loro nuovo lavoro, con la voglia di portare in giro un messaggio forte attraverso una contaminazione fatta di generi musicali che mixano l’Africa sub sahariana con i suoni del dialetto catanese.
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Un singolo dal titolo semplice semplice, “Nananà”, estratto da un album che ha invece un titolo quasi impronunciabile: “FolkBluesTechno’n’Roll… e altre musiche primitive per domani”. Come nascono i nomi dei vostri lavori?
Beh, in particolare per questo lavoro nel suo insieme è stato semplice. Ci siamo chiesti: che suoniamo noi? Ed ecco il titolo, o almeno la sua parte principale. Per il resto (“e altre musiche primitive per domani”), premesso che “primitivo” qui chiaramente è in un’accezione più che positiva del termine, riteniamo che la forza di molte musiche che ci piacciono abbiano la radice forte, la loro intrinseca bellezza, nella loro crudezza.
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Siete tornati con l’inconfondibile miscela di note, suoni e rumori che rendono unico il vostro stile. Quali sono i generi musicali che segnano le vostre origini e arrivano a questo mix?
Potremmo dirti che è già tutto nel titolo di questo lavoro, in realtà c’è molto altro. La musica nera tutta, occhio, non solo la black music di derivazione USA, ma anche e soprattutto l’Africa con le sue musiche sub sahariane, o quelle del Maghreb. E poi il Mediterraneo per intero… Sì, ma i misteri delle voci bulgare dove li mettiamo? Ma anche i Tangerine Dream, e la musica contemporanea con Ligeti e Varese in testa e tutto quello che sta sotto l’ombrello del Rock ‘n Roll. Certo però anche l’adagetto di Mahaler… Sì, ma Gaetano Veloso? Ehm, io penso che il punk… Ok, stiamo avendo una delle nostre discussioni fiume che fanno il giro del mondo due volte. Diciamo così, ci ha influenzato tutto quello che di bello è passato dalle nostre orecchie ed è, in tutti i sensi, stata “tanta roba”.
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Quali sono i temi che toccate nel nuovo singolo?
Beh, potremmo ridurre tutto ad un solo concetto: antropologia del debito. Volendo approfondire un attimo, a parole siam tutti ambientalisti, tutti consci che il mondo consuma se stesso più di quanto riesca a rigenerarsi. Ma il nostro atteggiamento compulsivo, la nostra “G.A.S.” non si ferma mai. Guardate come son stipate le nostre case di cose inutili, e quante auto con un solo passeggero circolano e come sono strapieni i centri commerciali. Sembra che nasciamo e viviamo per comprare. E paghiamo tutto questo non con il denaro, ma con il tempo che usiamo per tirar su questo denaro. Il nostro tempo, il vostro tempo. Crediamo ci sia di più per le nostre vite. Un modo, un rapporto diverso col nostro tempo. Na na nà è un invito a dire No, almeno ogni tanto. Citandoci “ti pare una canzone ma è una Rivoluzione”.
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Il dialetto è protagonista della vostra proposta musicale: come fate a tirarlo fuori dalla vostra isola e portarlo in giro per l’Italia?
Ehm… ci mettiamo in macchina e lo portiamo! Ok, a parte gli scherzi, sappiamo che è una sorta di atto di coraggio ma crediamo veramente nel suono del nostro dialetto. Nel disco precedente abbiamo scritto anche in inglese e in minima parte in italiano. Qua volevamo usare questa lingua, ché di questo si tratta. Abbiamo pensato a quanta gente in Italia capisse per intero e subito il testo delle canzoni in inglese che ascolta, poi ci siam domandati quanti stranieri all’estero comprendessero i testi delle canzoni in italiano. Abbiamo visto come avesse ben funzionato in alcune occasioni il napoletano e così, analizzate le risposte, ci siamo detti che valeva la pena tentare. Manteniamo un suono, per noi (ma a detta di tanti) efficace chiedendo solo un piccolo sforzo. Mettiamo traduzioni qua e là, dal vivo diamo delle “dritte” sulle canzoni. Poi Camilleri e il suo Montalbano ci aiutano a legittimare il tutto 🙂
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Avete in programma nuovi appuntamenti dal vivo?
Dopo un’estate ricca di live, ripartiamo da novembre, con alcune date di cui alcune interessanti a nord, toccando città come Milano, Bologna e Verona. Partiremo con una data interessante nella nostra città ma, cosa per noi molto importante, in primavera affronteremo il nostro primo tour europeo per raccontare in siciliano la nostra “Storia” fatta di “FolkBluesTechno’n’Roll… e altre musiche primitive per domani”.