“NO BORDER EP”: sembra quasi un ritorno alle origini; da dove parte questa scelta?
La nostra storia è fatta di musica ma è anche una proposta culturale: da sempre siamo a favore di una società multiculturale – oggi la sopravvivenza del concetto di democrazia in occidente si basa molto sul sapere interpretare un tempo in cui ci sono grossi movimenti migratori in corso – e con questo ep in cui si rielaborano nostri “classici” non facciamo che ribadirlo.
Un aggettivo per definirlo?
Senza confini. Mentali e musicali.
In un momento in cui l’immigrazione spesso coincide con la paura, il vostro messaggio sembra controcorrente: quanto la curiosità vi spinge oltre? Napoli in questo vi ha aiutato?
Ci chiamiamo Anima Migrante (Almamegretta) non a caso. A parte la curiositá, noi crediamo nella necessità di conoscere chi è diverso da noi.
Napoli è da sempre un melting pot di culture: fino a quando avrà consapevolezza di questa cosa, sarà salva dalla deumanizzazione dell’era sovranista.
Suoni, che si mescolano; voglia di sperimentare: rispetto ai vostri inizi, cosa è cambiato? Cosa è rimasto uguale?
Tutto è cambiato perché restasse uguale nel concetto: voglia di confronto, sperimentazione, dimostrare il semplice teorema secondo il quale tutto il mondo “è paese”.
Ad un ragazzo, che inizia, cosa consigliereste?
Di crederci fino in fondo.
Il mondo dei social: come vi rapportate? Come è cambiato il rapporto con i vostri fan?
Crediamo che il mezzo sia molto utile fino a quando resta mezzo: apparteniamo ad una generazione molto distante dal “consenso a tutti i costi”. I fan ci scrivono e noi accettiamo il loro feedback – che riteniamo molto utile – ma alla fine poi facciamo solo quello che piace a noi.
Dopo aver ascoltato il disco, cosa vi piacerebbe che la gente vi dicesse?
Che si sono divertiti, rilassati, caricati con la nostra musica e non è stato tempo sprecato!