Ciao Dellino, piacere e benvenuto.
Parliamo del tuo nuovo singolo I FOS X AL LONC [i fossi in lungo] uscito recentemente.
Raccontaci in dettaglio come è nata l’idea, quali sono le tematiche affrontate e dove e come è stato realizzato il videoclip.
La canzone è una sorta di confronto fra i vecchi e i giovani, fra stereotipi e dure verità. Nel brano ironizzo su queste differenze. Il video è stato girato per le strade del mio paese con il bravissimo Paolo come attore e con la sapiente tecnica di ripresa di Luca Conzadori Ellsì Prod.
Questa canzone tra l’altro anticipa l’uscita di THE BEST-IA, il BEST-OF 2008-2018 tuo nuovo album, che ripercorrerà i primi tuoi dieci anni di carriera, tra inediti e grandi classici. Ufficialmente uscirà il 14 dicembre 2018 e verrà inoltre presentato dal vivo SABATO 15 DICEMBRE dal palco del LATTE + LIVE di Brescia: non un semplice Release Party ma una grande festa con tante sorprese.
Chi sono gli altri artisti coinvolti nel tuo nuovo disco? Vuoi ringraziare qualcuno in particolare per questo progetto?
Cosa ti aspetti dai tuoi fan e soprattutto cosa dovranno aspettarsi loro? So che hai un pubblico davvero molto vasto, se vuoi, regalaci un piccola anteprima.
Si nel disco sono principalmente le persone con le quali ho collaborato negli ultimi anni, da Piergiorgio Cinelli a Riccardo Maffoni, da Francesco Buffoli a Olivia Thissen e Carolina Bonardi. Verrà ripreso anche il feat. con Prando in POTA. Il Best-off si compone di 19 tracce delle quali ben 6 brani inediti e un remix. I ringraziamenti sono sempre tanti, troppi da fare e si rischia sempre di dimenticarsi di qualcuno: sicuramente ringrazio me stesso per non aver mollato.
Guarda, quando sono dinnanzi a qualcosa di inedito e misterioso come una presentazione di un best-off in uno dei locali live più grandi della regione non so davvero proprio cosa aspettarmi. Spero davvero che tutto vada bene, che ci sia un pubblico numeroso e soprattutto caldo, che io e i miei musicisti lavoreremo bene facendo al meglio la scaletta e che durante la serata si vendano un po’ di dischi!
Parliamo un po’ più di te.
Andrea Lorenzo Dellavedova, classe 1988, nato a Manerbio (BS) in arte Dellino Farmer.
Sei un rapper rurale atipico che si lascia contaminare dal reggae e dal funk e che per esprimersi utilizza prevalentemente il dialetto bresciano.
Come è nata la passione per la musica e quali sono gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato?
La passione nasce sin da bambino con i primi rapper italiani, da Jovanotti agli Articolo31 a Frankie Hi-nrg passando per 99Posse, O.T.R, Sangue Misto e ATPC.
Quando si parla di RAP si apre un mondo fatto di mille sfaccettature e contaminazioni musicali, infatti definisci il tuo genere BIORAP … ci spieghi meglio?
Il BioRap, come ho voluto battezzare in un mio disco del 2014, non è altro che il rap di campagna, l’agrorap dei paesi e delle stalle, dei trattori e del letame. Slegato dalle logiche classiche dello stereotipo cittadino e urbano. Niente pistole, soldi o droghe, né psicodrammi esistenziali tipici dei rapper e trapper odierni. Il BioRap è principalmente amore per la propria terra, la propria cultura la propria cucina locale.
Altra tua caratteristica, o tua costante, sembrerebbe quella di mettere continuamente a confronto il vecchio con il nuovo.
Lo riconferma anche il video I FOS X AL LONC [i fossi in lungo] dove ci sono i vecchi di un tempo e i giovani di oggi.
Usi la tua musica come un anello di congiunzione fra il moderno e il passato.
Questa tua esigenza nel dover esprimere tutto ciò è dovuta anche dal fatto che sei fortemente legato alle tue origini e alla tua terra? Mi ha colpito leggere la tua biografia su wikipedia presentata totalmente in dialetto bresciano …
Si sono legato sicuramente al mio territorio, e non solo: alla natura in generale, amo i campi e le antiche corti, mi piace visitare ed esplorare i borghetti e le contrade di campagna e di montagna, rappresentano la nostra storia e non è giusto ignorarla o far finta che non esista. Io penso che la nostra storia e il nostro passato ci parlino sempre e ci comunichino delle cose che l’uomo moderno troppo indaffarato ed alienato dalla vita odierna non ascolta o non percepisce più. C’è molto da scoprire guardandoci alle spalle.
Musicalmente sei in attività da 10 anni, il tuo primo singolo Dirty Vibes risale al 2008 con il progetto Italian Farmer. Tra l’altro il tuo nome d’arte parte proprio da qui.
Dagli esordi ad oggi come pensi sia cambiato e maturato il tuo modo di scrivere e comporre canzoni?
Con quali artisti ti piacerebbe confrontarti e che fin ora non si è presentata occasione?
Sicuramente 10 anni fa ero più giovane e forse “arzillo” di oggi… Ma anche molto più immaturo e impreparato. Questi 10 anni non sono solo stati costellati di successi e belle serate, anzi, spesso ci sono stati problemi organizzativi, grane burocratiche e perdite. Ho perso collaboratori importanti come l’attuale manager di Coez con il quale collaboravo spalla a spalla inizialmente nel 2009-2010, ho perso il mio primo producer con il quale diedi alla luce il primo disco, anche con il primo editore con il quale pubblicammo il primo disco non rinnovammo più un contratto. Ho forse perso delle occasioni, ma tuttavia la vita è così. Ho trovato nuovi collaboratori, qualche musicista e producer professionale e affiatato, ho conosciuto e collaborato con uno fra i più popolari cantautori bresciani ovvero Cinelli, ho avuto modo di ricevere la pubblicazione di due brani da Piotta sulla Street Art di HitMania2014. Ho collaborato con artisti del calibro di Riccardo Maffoni (premio Sanremo giovani 2007). Sono stato intervistato in diretta a Radio24 da Pino Insegno, ho fatto tante e tante serate, fra le pianure e i monti, in città e nei paesi, al lago e in campagna. E poi ho comunque continuato a pubblicare video e dischi, ad investire, tempo e denaro, sbattendoci la testa e credendoci.
Vuoi aggiungere qualcosa? Prossime tappe?
Aggiungo che per me questi 10 anni sono stati davvero una scuola di vita, 10 anni fra gioie e dolori, ansie e gratificazioni, ho tenuto duro e lo sto facendo tutt’ora. Ho capito che l’ambiente musicale è un paradiso-inferno fatto di soddisfazioni e incubi, locali e feste bellissime, organizzate da DIO e locali-feste pessime organizzate da cani.
Il pubblico inoltre va sempre stimolato, coinvolto, reso attivo e partecipe.
Da niente non arriva niente.
La mia lingua natìa mi ha dato tantissimo e devo sicuramente molto alle mie canzoni in dialetto anche se: da anima inquieta e persona estremamente curiosa quale sono, non escludo di investire nei prossimi tempi anche in un disco in italiano, senza snaturarmi ovviamente, ma mantenendo le mie caratteristiche stilistiche da Bio-AgroRapper. Cosicché la mia voce, i miei messaggi e le mie rime possano giungere anche agli agricoltori e agli amanti della campagna veneti, emiliani, piemontesi e perché no, anche romani o sardi!
Grazie per la tua disponibilità e se vuoi salutaci con una tua dedica personale in dialetto bresciano qui sul portale Jam Session 2.0
Gnari,
sempèr e comunque: adòss!