Peligro, all’anagrafe Andrea Mietta, è un cantautore e rapper milanese classe 1992. La svolta nel 2011 quando viene notato dal produttore Hernan Brando mentre improvvisa su un beat e da allora di strada ne è stata fatta. Oggi si racconta in esclusiva a JamSession 2.0 e ci rasenta l’ultimo EP: THE IKIGAI SERIES PT. 1.

Chi è Peligro?

“Peligro è una persona estremamente appassionata ed estremamente determinata, che sa quello che vuole e che ama disperatamente quello che fa”.

Da quanto tempo fai rap, fai musica?

“Ho iniziato a fare musica a 14 anni… a conti fatti, faccio musica da più di metà della mia vita”.

La musica è oggi il tuo principale mestiere?

“Sì, dopo anni di sacrifici. Ringrazio tutti i giorni l’universo per questo”.

Hai degli hobby?

“Non ho tempo per sviluppare dei veri e propri hobby a tempo pieno. Cerco di andare regolarmente in palestra e di mantenere vivi i rapporti con le persone che amo, ma non ho tempo per altro”.

Il tuo EP “The Ikigai Series Pt. I” è uscito il 15 ottobre: qual è il suo mood?

“Si tratta di un lavoro dalle sonorità abbastanza scure. La musica elettronica è sicuramente la principale protagonista, Marco Zangirolami in questo è stato un vero maestro, ha dato un’impronta molto riconoscibile a questo lavoro”.

Il primo singolo che passerà in radio è “Daydream”… di cosa parla e come mai lo hai scelto per far conoscere l’album?

“Paradossalmente il singolo che abbiamo scelto per la promozione è il meno radiofonico del lavoro… però, a conti fatti, una canzone può essere bella o brutta e – personalmente – penso che Daydream lo sia. Quindi… perché no?”

Ci saranno anche videoclip in uscita?

“È presto per dirlo, ma sicuramente non lasceremo nessuno a bocca asciutta”.

E qualche live?

“Abbiamo diverse situazioni in cantiere, vedremo come si evolveranno le cose”.

Con quale artista del panorama nazionale ti piacerebbe collaborare?

“Per quanto riguarda la scena italiana il mio cuore batterà sempre forte per Mecna. È in assoluto l’artista italiano che apprezzo e ascolto di più”.

Ci sono artisti che invece proprio non sopporti e che pensi siano un po’ scadenti?

“Ultimamente la categoria che meno mi va a genio è quella degli artisti che non si prendono sul serio. Hanno quell’atteggiamento del tipo ‘Ho trovato per caso una chitarra e un microfono e mi sono messo a cantare’. Non riesco proprio a mandarli giù… al contrario, sono convinto che la musica – e l’arte in generale – siano sempre frutto di una grande fatica, di un grande dispendio di energia e credo andrebbero sempre onorati”.

Cosa manca, secondo te, alla musica italiana oggi?

“Credo che ad oggi alla musica italiana – ma non solo – manchino principalmente 2 elementi: il coraggio e la pazienza. Il coraggio di fare cose che non ci si aspetterebbe e la pazienza di veder fiorire quello che si semina”.

Su quali palchi ti piacerebbe esibirti?

“Amo la dimensione intima dei piccoli club perché dà la possibilità di instaurare un rapporto molto stretto con chi ascolta, ma amo anche i grandi festival perché l’adrenalina che si prova quando si vedono migliaia di persone scambiare energia con te è impareggiabile. Sono un onnivoro dei palchi!”

E se ti dicessimo Sanremo, talent show e reality?

“Non so dire sui reality, non ne guardo. Per quanto riguarda Sanremo e i talent, la mia idea è sempre la stessa: sono spettacoli televisivi, in cui la musica gioca un ruolo importante affinché lo show che viene proposto sia di livello. Penso però che la vera sfida sia capitalizzare a dovere dopo che questi show hanno concluso il loro ciclo. È lì che un artista può davvero consolidare il suo brand”.

Argomento a piacere…

“Voglio invitare tutti a cercare l’amore in tutte le cose che fanno. È l’unico modo che conosco per essere davvero felici”.