Parte tutto da un bellissimo ricordo, quello condiviso con il rapper romano Cranio Randagio scomparso da poco. Un ricordo vissuto nella diga del Vajont per le riprese del video di “Cosa resterà di noi”. È così che Riccardo Inge presenta al pubblico il suo nuovo EP.
- “Giorno di festa” rappresenta la voglia di fare musica liberamente, senza vincoli particolari. Quali sono i vincoli che incontra un musicista?
Si tratta principalmente di pressioni, dirette o indirette, che si subiscono tutti i giorni. La vera fortuna per un cantautore è incontrare qualcuno che sappia amplificare la sua vena artistica e non modificarla secondo il proprio gusto. A prescindere dal diventare famosi o meno, è questo il punto chiave. Nel mio caso, ripartendo da zero e completamente da solo, gli unici vincoli erano le mie scelte. Per questo nell’EP si trovano canzoni diverse, dalla ballata alla canzone più pop fino alla soluzione chitarra e voce. Purtroppo molti format e cliché rendono gran parte della musica italiana una continua riproposizione della stessa cosa, con album che presentano 10 canzoni tutte uguali.
- “Cosa resterà di noi” è il singolo che vede la partecipazione del rapper Cranio Randagio, recentemente scomparso. Com’è nata la scelta di collaborare con questo artista, molto apprezzato dai giovanissimi?
- Musica e INGEgneria. Esiste un punto d’incontro tra questi due mondi nella tua crescita artistica?
- Qual è l’ultimo biglietto per un concerto che hai acquistato?
- Hai condiviso il palco con grandi personalità della scena musicale italiana (da Alex Britti a Ivana Spagna). Con quale artista italiano sogni ancora di collaborare?