Oggi vi presentiamo Joe Barbieri, artista che viene definito “outsider” e che si è costruito, negli anni, una carriera anche all’estero. Lo scorso 16 aprile è uscito il suo ultimo album: Tratto da una storia vera. Sono 11 i brani contenuti e tutti sono sinceri, autentici, ricchi di verità. Ma qui, intanto, vi facciamo conoscere più da vicino lo stesso Joe, che ci ha regalato un’intervistai ne esclusiva per Jam Session 2.0.
Ritorni con i tuoi brani dopo qualche anno. Come ti senti?
“Bene, perché è come tornare ad un luogo conosciuto, un luogo amico che mi attendeva da tempo e che in qualche modo mi pare non aver mai lasciato”.
“La scintilla è stata una canzone che si chiama ‘Tu, Io E Domani‘, che abbiamo realizzato con alcuni amici artisti che mi sono molto cari come Sergio Cammariere, Tosca, Luca Bulgarelli e Fabrizio Bosso. Lavorare a distanza mi ha fatto comprendere che questo non poteva e non doveva essere un handicap per l’eventuale realizzazione di un album. Nel periodo del lockdown ho sperimentato come tutti una quiete insolita che nel mio caso mi ha dato l’opportunità di dedicarmi alla scrittura come non riuscivo a fare da tempo e soprattutto mi ha consentito di dedicarmi allo studio dell’orchestra che è qualcosa che mi affascina, mi dà molta allegria. Il resto è stato relativamente semplice anche perché sentivo che proprio in questo momento la gente aveva bisogno di arte, del sogno, e di poter guardare oltre l’oggi”
“In realtà è chi lo sta ascoltando che sta inviando un messaggio a me, nel quale leggo che questo disco – che per molti aspetti, essendo esso giovane, mi rimane ancora misterioso – ha l’incredibile potere di accogliere, di consolare, di farti sentire a casa”
“Potrei dire atmosfere antiche, che si scollano dall’adesso e qui a tutti i costi, per provare ad andare alla ricerca di quel granello di eternità che risiede in ognuno di noi”
“Con un disco che porta per titolo Tratto Da Una Storia Vera non potevo che raccogliere nella copertina una quota di quelle che sono le persone e le cose importanti per me. Dunque in questo patchwork sono rappresentati, alcuni nascosti alcuni evidenti, tutti i tasselli che mi rendono la persona che sono”
“Il Giappone e la Corea sono sempre stati due paesi che mi hanno accompagnato – curiosamente – senza fare fatica; malgrado la differenza culturale ho sempre sentito in posti così particolari una disposizione di spirito particolarmente adatta alla mia musica. Spesso racconto dei miei primi concerti in Giappone, quando il pubblico, pur non comprendendo nulla di quello che stessi dicendo, mi ascoltava con gli occhi chiusi. Ebbene in questa immagine è sintetizzata la magia che mi lega a quelle latitudini”
“Non posso parlare di una canzone particolarmente favorita all’estero, devo invece dire che la disposizione verso un certo tipo di italianità è molto forte. Quale che sia il progetto che sono andato a proporre all’estero nel corso degli anni ho spesso trovato una disponibilità naturale e che mi ha fatto sentire ben voluto”
“Non posso pensare a due desideri distinti poiché nel corso degli anni ho fatto in modo che il mio lavoro non fosse scollato dalla mia vita privata. Dunque la mia felicità passa anche attraverso la felicità nel mio mestiere. Ma se proprio debbo parlare di un desiderio che farebbe felice sia l’artista che l’uomo penserei ad un disco interamente strumentale un giorno, da portare su di un palco accompagnato da una grande orchestra”