Rebel Bit, un innovativo gruppo composto da più musicisti e astisti, con lo scopo arduo ma non impossibile di creare quadri sonori, esperienze sonore potremmo dire. Musica vocale e sperimentazione elettronica, questo è il mix che contraddistingue i Rebel Bit che, oggi, ci hanno rilasciato questa intervista esclusiva.
Rebel Bit è più di un gruppo musicale, è un team di musicisti, è un vero spettacolo che unisce musica, parole e artisti e che punta a coinvolgere lo spettatore/ascoltatore a 360 gradi, corretto?“Corretto! Il nostro è un percorso sonoro che ha salde radici nella nostra formazione musicale e che si evolve nell’intento di creare un ‘quadro sonoro’ tra musica vocale ed elaborazioni elettroniche, con il supporto, nei nostri spettacoli, di proiezioni visual e monologhi che accompagnano nella storia il nostro pubblico”.
Da chi è composto Rebel Bit?
“I Rebel Bit sono 4 cantanti: Lorenzo è il più riflessivo del gruppo, Paolo il carismatico, Giulia la più solare, Guido il più versatile e Andrea, bhe.. ‘l’elettronico’”.
Da cosa nasce invece il nome Rebel Bit?
“Il nome racchiude quello che siamo. Rebel indica la volontà di ricerca e di ‘ribellione’. Bit è una citazione al BIT elettronico che conferisce al nostro progetto un’identità definita”.
Non siete nuovi a contest internazionali e e programmi TV come Italia’s got Talent. Quanto influisce un’esperienza del genere sulla vostra musica, sulle vostre produzioni e sul modo di creare nuovi spettacoli, nuovi brani?
“Italia’s Got Talent è stata un’esperienza estremamente stimolante, sia da un punto di vista professionale (una macchina organizzativa pazzesca!) che umano. La risposta del grande pubblico ci ha fatto comprendere che stiamo lavorando nella giusta direzione. I riconoscimenti internazionali sono, altrettanto, una grande iniezione di fiducia che, negli anni, ci ha dato nuova linfa per puntare sempre al gradino successivo, un passo alla volta”.
Qual è il momento più emozionante di un’esibizione dal vivo, in TV o su un palco live?
“E’ sicuramente l’adrenalina 2 minuti prima, quando la sala si spegne. E’ una sensazione difficile da spiegare, ti avvolge e non ti fa desiderare altro…”
Quale performance ricordate con più emozione?
“Se dovessimo scegliere il nostro momento più importante allora diremmo la sera del 14 Dicembre 2018, il nostro debutto con lo spettacolo PAPER FLIGHTS, il primo progetto originale che abbiamo creato ispirandoci alla storia de Il Piccolo Principe, di Antoine de Saint-Exupéry e alle principali 4 emozioni che il libro mette in risalto”.
Partecipereste mai a Sanremo?
“Certamente. Amiamo le sfide! Crediamo che sia importante poterci esibire in palchi così prestigiosi, non tanto per la fama, ma per portare davvero qualcosa di diverso nel mondo musicale, la nostra idea di musica vocale”.
Con quali gruppi o artisti nazionali e internazionali vorreste collaborare?
“Dovessimo scegliere una collaborazione probabilmente la musica e le parole di Niccolò Fabi si sposano molto bene con quello che siamo. Sappiamo che ha gradito molto (e ricondiviso) le nostre versioni dei suoi brani.. chissà che non nasca qualcosa!”
Parliamo del disco “Come”, perché questo titolo?
“Come parla di cambiamento in senso ampio e, soprattutto, di quello che è stato il nostro cambiamento artistico ed umano in questi anni. Che si tratti di cover o inediti, raccontiamo il cambiamento della società, di noi al suo interno e del mondo in cui viviamo come in Walk on water, Not a Fairytale e, in parte, in Scatto Lento. Ma anche la paura del cambiamento come in Toccaterra, o la speranza di rialzarsi e rinnovarsi ad esso legato come in Trusty and True e Vince Chi Molla. Un viaggio molto personale che ci sta dando tanto, soprattutto a livello umano”.
In questo progetto quali vostri punti di forza riuscite a portare ad un ascoltatore?
“Diciamo che il nostro stile musicale si contraddistingue, in parte, dall’elaborazione di brani già esistenti. L’idea di arrangiare e adattare un brano edito sulle nostre voci e con le nostre sonorità ci ha sempre affascinato molto. Il messaggio è una sorta di ‘aria di freschezza. Ci siamo accorti che creare semplicemente un brano solo con le voci non ci apparteneva più, volevamo dare una svolta al nostro progetto e con l’aiuto di Andrea Trona, il nostro Sound Designer, ci siamo avvicinati alla sperimentazione elettronica unita proprio alle nostre voci, in modo da creare un vero e proprio quadro sonoro nel quale lo spettatore possa immedesimarsi”.
Ci raccontate qualche particolarità, o curiosità sul making-of, dell’album?
“Per la creazione dell’album Come è stato naturale decidere di passare 3 giorni di ‘clausura’ in una casa affittata per l’occasione, in una delle bellissime valli che circondano Cuneo, per liberare la mente e dedicarci a quello che è a tutti gli effetti il nostro lato più creativo. 72 ore di flusso creativo NO STOP! Così sono nati i nostri due inediti Not a Fairytale e Scatto Lento :)”
E invece cosa ci dite del singolo Toccaterra, come mai questo titolo?
“La scelta di Toccaterra deriva dall’esigenza di approfondire il mondo del nuovo cantautorato femminile italiano, ricercando il giusto connubio tra originalità e intensa musicalità. Emma Nolde ci ha davvero stupiti con questo brano che abbiamo rielaborato in modo fortemente elettronico, unendo la sperimentazione sonora alla nostra vocalità. Il resto l’ha fatto la voce solista di Giulia, che ha cercato di rendere in maniera profonda le splendide parole dell’autrice”.
E´ il singolo che meglio rappresenta l’album Come?
“E’ il singolo che racchiude moltissimo della nostra sperimentazione musicale! Inoltre possiamo dire che per noi Toccaterra è diventata la scintilla per trovare il nome dell’album! 🙂 …’prova si solo a dirmi Come, il dolce non ha più sapore'”