“Biorap”, questo il titolo dell’ultimo album del rapper Dellino Farmer.
Dellino, un artista diverso dal solito, un rapper biologico, nostrano e rurale come ci rivelano il titolo e la copertina di questa sua ultima creatura, ma anche un rapper originale, capace e incisivo .
Il disco è uscito a fine 2014 ed ha già avuto un ottimo riscontro .
Tanti gli ingredienti di questo successo, riconducibili non solo ai progressi che Dellino continua a fare in ambito puramente tecnico con rime, metrica e stile ormai sempre più personale e riconoscibile, ma anche per la presenza dei temi trattati nei testi decisamente forti e attuali, per l’originalità e l’ironia con il quale vengono proposti, per le sonorità che spaziano dal Rap più classico al Reggae e, ovviamente, per l’immancabile e distintivo punto cardine dell’artista : il dialetto bresciano .
Undici le tracce all’interno, sette in lingua bresciana e quattro in italiano e, novità assoluta, i sottotitoli presenti non solo nel libretto dell’album ma anche nei videoclip, proprio per fare in modo che il messaggio non arrivi solo in provincia, ma anche al di fuori di essa, per unire realtà apparentemente lontane e diverse ma certamente accomunate dal bisogno di un ritorno alle origini, alla cultura ed alle tradizioni . Quello che spesso manca all’Italia di questi ultimi anni .
Convincente la disposizione dei brani: “Biorap” infatti non ha “cali di tensione” fra un brano e l’altro, è un tutt’uno, come un libro che leggi tutto d’un fiato . Divertenti inoltre alcuni “interventi” fra una canzone e l’altra di amici/artisti che hanno partecipato al progetto .
L’apertura è affidata “Al Mostro del Ciment” pezzo che affronta il problema sempre più dilagante della cementificazione selvaggia, della nascita di innumerevoli e inutili centri commerciali e della speculazione del nostro territorio ormai martoriato dalla corruzione e dagli interessi di pochi a discapito della salute e del futuro di tutti .
Di più ampio respiro la seconda traccia “20,25,30” , una simpatica e divertente analisi dello scorrere della vita ( https://www.youtube.com/watch?v=7IekFRt357E ) .
Singolo e video ormai di grande successo è invece “Come i Panda” ( https://www.youtube.com/watch?v=FD8-L5sR0lg ) che si rivolge con notevole ironia non solo al dialetto ormai in estinzione, proprio come la specie protetta dal WWF, ma anche alla difficoltà che trova un artista nel nostro paese ad affermarsi, a trovare il giusto spazio, la giusta collocazione nel mondo della Musica .
Un discorso a parte merita “Gli strani effetti del Clima”, pezzo che parla di quanto e come i cambiamenti climatici condizionano la vita di tutti i giorni, il nostro umore e le nostre scelte . A corredo di ciò l’originale idea dell’artista di inserire all’interno del brano alcuni versi della famosa poesia “La Pioggia nel Pineto” di Gabriele D’Annunzio, dedicata alla sua Ermione, ovvero l’attrice teatrale Eleonora Duse . Questo tocco di moderno e antico, le rime leggermente più cupe rispetto a brani precedenti unite ai versi del Vate e l’ambientazione onirica della poesia danno al brano un forte impatto emotivo .
Altro tema scottante quello trattato in “Sanc e Sidur”, legato alla disoccupazione e alle difficoltà dell’attuale mondo del lavoro ormai da tempo in crisi, piaga della nostra Società . Il brano ( https://www.youtube.com/watch?v=sBbMkzpr4bA ) è stato pubblicato insieme all’altra traccia presente nel cd, “Lena e Costanza”, sulla Street Art di Hit Mania del 2014, selezionata dal noto rapper romano Tommaso Zanello aka Piotta.
Sicuramente originale “V come Vendemmia”, che racconta appunto tutte le varie fasi della vendemmia in maniera prettamente tecnica ma con un ritmo coinvolgente e trascinante soprattutto in esecuzione live e “Bioparco”, brano simpaticamente provocatorio e sarcastico .
Di stampo classico invece “Giorni neri Notti bianche” e “Come ca**o ti vesti” , quest’ultimo vincitore del “Festival di San Jimmy” sponsorizzato e promosso dallo Zoo di Radio 105 .
A chiudere questa carrellata “Una voce fra tante”, brano riflessivo, sperimentale, che vede un Dellino più intimo e personale, la “chicca” finale che magari non ti aspetti e che apprezzi .
“Biorap” è un lavoro discografico che afferma, sintetizza ed esalta le varie caratteristiche dell’artista, il suo punto di vista, la sua curiosità ed il suo rispetto verso un mondo che da tanti, troppi, viene ormai dimenticato a vantaggio di realtà patinate, finte e di poca sostanza artistica .
Dellino con la sua musica appare in prima analisi come una novità grazie alla sua originalità ma non si può non notare che è anche il risultato e l’amalgama fra il “Nuovo” ed il “Vecchio” . Le tradizioni ed il dialetto si sposano con un genere musicale considerato “giovane” ma che in realtà ha le sue radici negli anni 70/80 e nasce come forte elemento di protesta ( radici che ormai tanti rapper italiani da copertina hanno dimenticato… ) .
“Biorap” dimostra pienamente quello che la Musica è nella sua vera essenza, un linguaggio universale, un messaggio che mai come oggi ha bisogno di ritrovare rispetto e artisti che non temono di diffonderlo, di dignità e perchè no… di una sana “genuinità” che ormai sembra non appartenere alle nostre vite quotidiane .
Vivamente consigliato l’ascolto…perchè in fondo, anche se non lo abbiamo del tutto compreso, siamo tutti in estinzione…
Recensione di Giusy Randazzo – Giornalista e Critico Musicale