…Lo puoi raccontare iniziando dalla fine oppure rispettando la scaletta; lo puoi descrivere con le sensazioni del momento oppure quelle dei giorni successivi oppure puoi partire da un attimo, capace di cristallinizzare tutta l’energia del momento oppure dal luogo, che lo ha ospitato
Non esiste un modo più giusto per farlo, anche perché ogni concerto è a se ed esistono tanti concerti quanti sono le persone del pubblico.
Premesso ciò e ripensando al concerto di Motta all’Alcatraz del primo aprile, al sold out, a lui, che non si fermava mai sul palco, ma continuava a saltare tutto il tempo, al suo duetto con Riccardo Senigalia, la sensazione che mi porto addosso a distanza di una settimana è l’energia trasmessa e soprattutto la consapevolezza che se si crede fortemente in qualcosa, un sogno realizzarsi. Ma per fare questo, c’è un’altro tassello da aggiungere: essere coerenti con se stessi e soprattutto con il pubblico.
Motta sicuramente lo è stato e con grande soddisfazione, è salito sul palco con la faccia di chi sa di aver fatto la scelta giusta, di chi sa che quei cori non sono solo la giusta gratificazione per un tour fatto di 80 tappe, ma la base dalla quale ripartire; di chi vuole semplicemente gustarsi lo spettacolo come chi beve una birra al tramonto.
E non avendo trovato un modo per raccontarvelo, spero che i miei scatti possano almeno in parte farvi incuriosire e scoprire un cantautore, la cui musica non è solo diretta ai ventenni 🙂
E la scelta di inserire fotografie sia a colori che in bianco e nero, è dovuto alla capacità che Motta ha avuto di realizzare un concerto intimo, ma pieno di energia.
(Milano @Alcatraz 1 Aprile 2017)