La musica è da sempre la mia donna preferita – l’ho amata e mi ha amato, ci siamo lasciati e ci siamo ripresi. Ho studiato diversi strumenti (violino, chitarra e pianoforte), ma mi annoiavo o forse ero troppo piccolo con troppe altre cose per la testa. Nel 2004 ho iniziato a fare il rap, quando ancora i paninari facevano i paninari ed i “New Era” lì vendevano nei negozi da sfigati, che mi affascinavano tantissimo, quelli con le bombolette spray Montana e i tizi che odiavano qualunque cosa non fosse definibile come “underground”
Fonda insieme ad altri ragazzi il collettivo Arena 051 di Bologna, apre concerti a Kaos, Colle del Fomento, Inoki, Assalti Frontali, Clementino e molti altri. Successivamente avviene l’incontro con il produttore Luca Valsiglio a cui segue un duro lavoro nel suo studio alla ricerca del perfezionamento dei brani con l’idea di cambiare, di scrivere altro, qualcosa che lo rappresentasse davvero. «Scrivere canzoni a 18 anni a Bologna, senza scrivere rap poteva significare solo buttarsi nel magico mondo dei Lunapop, per poi più avanti, con qualche pelo di barba in più, scoprire tutto il resto: Dalla, Vasco Rossi, Venditti, Rino Gaetano ed i grandi nomi della musica internazionale, di ieri e di oggi». Fra i 22 e i 23 anni Jacopo si trasferisce a Londra per finire l’università, successivamente lavora da Google per poi ritornare alla musica. «Il primo vero traguardo discografico era all’orizzonte e cinque di quei vecchi e sudati brani che avevano passato bufere e cambi di stagione erano dentro ad un disco vero. Il disco (di platino) si chiama 20:05 e gli artisti sono Benji e Fede, consacrati “nuovo artista 2015 di iTunes”.