Quando si descrive un concerto, spesso si rischia di cadere nella banalità e nell’ovvietà, perché si cerca in poche righe di descrivere tutta l’energia, tutte le emozioni provate
E molto probabilmente io stessa sarò la fautrice di questo errore…Se poi si considera il fatto che io sia di Torre Annunziata, provincia di Napoli, il rischio, di cui vi stavo parlando prima, quasi certamente si trasformerà in realtà…
Ammetto però di averli scoperti a Milano e di averli visto dal vivo solo qui…Il Serraglio è stata la cornice perfetta di un concerto dove Sansone & Company hanno dimostrato cosa significhi essere artisti e non semplici personaggi costruiti a tavolino.
Hanno avuto la capacità di far sorridere ed emozionare; di coinvolgere il pubblico e far staccare la spina per un paio di ore. Sono sicuramente l’espressione di quella Napoli, che va oltre gli stereotipi e i pregiudizi; di quella Napoli che, non viene raccontata, perché non fa notizia.
Una volta Benigni, parlando di Troisi, disse che egli aveva avuto la capacità di parlargli di Napoli, senza fare riferimento alla pizza e al mandolino.
Se penso allo spettacolo visto, posso dire che questa definizione calza a pennello per i Foja.
Il concerto è stato un viaggio tra nuovi e vecchi pezzi, sonorità moderne, ma con un rispetto al passato; testi, che arrivano direttamente al cuore
Potrei continuare per ore ma so che rischierei di annoiarvi solo…Ai Foja però va il mio più grande ringraziamento, perché per un paio di ore mi hanno reso “meno imbruttita”
(Milano @Serraglio:il 16 marzo 2017)