Il quinto lavoro del chitarrista / compositore milanese s’intitola “It Is Preferable Not to Travel with a Dead Man” ed esce per Felmay in collaborazione con la neonata label newyorkese Chant Records. Da oggi è disponibile negli store digitali e sulle piattaforme di streaming:

Chant Records
Felmay
Spotify
iTunes
Deezer

TOUR:

Il nuovo lavoro verrà presentato dal vivo il 17 dicembre all’Agorà di Cusano Milanino (MI), seguiranno una serie di date in cui Alberto N. A. Turra porterà sul palco anche altri progetti musicali. Il calendario delle date ad oggi confermate:

17 dicembre ALBERTO N. A. TURRA @ VIAGGIO A SEI CORDE @ AGORA’
“It Is Preferable Not To Travel With A Dead Man” PREMIERE LIVE
Cusano Milanino
Milano

5 gennaio “IT IS PREFERABLE” TOUR (solo version) @ BLOOM
opening act for DANILO GALLO / KATHYA WEST / RICCARDO TOSI
Monza Brianza

19 gennaio SARAH STRIDE / ALBERTO TURRA @ SPAZIO LOMELLINI 17
Genova

9 febbraio “IT IS PREFERABLE” TOUR @ SPAZIO LOMELLINI 17
special guest RICCARDO BARBERA

17 febbraio MAMUD BAND @ COLORIFICIO KROEN
VERONA

18 febbraio “IT IS PREFERABLE” TOUR // the TAAN trio version @ TBC
Milano

24 marzo “IT IS PREFERABLE” TOUR // the TAAN trio version @ BARETTO LEONKAVALLO
Milano

12 maggio SARAH STRIDE // ALBERTO TURRA @ BARETTO LEONKAVALLO
Milano

Registrato dal vivo durante il tour di presentazione del precedente album “Filmworks”, “It Is Preferable Not to Travel with a Dead Man” ritrae un concerto solo guitar tenuto nell’atelier dello scultore genovese Ruben Esposito, uno spazio situato in un palazzo del ’400 nel cuore di Genova.

Il disco è stato presentato il 29 ottobre al Nublu Classic di New York durante il festival di inaugurazione dell’etichetta Chant Records.

Decidere di pubblicare un disco live è sempre un travaglio che si conclude positivamente soltanto se l’intensità di quello che si pensa di aver suonato resiste al tempo e allo spazio. Cioè se l’intensità resiste agli ascolti successivi, nonostante gli errori (o quello che pensiamo siano tali) e gli scherzi della memoria. Se il disco in questione è addirittura “in solo” la faccenda si complica se possibile di più.

Questo è un disco spurio sia in termini di genere che in termini di intestazione. E’ il risultato di un tour di una trentina di concerti solo guitar, appunto, atto a promuovere il precedente disco “Filmworks”, tour che mi ha portato a suonare in luoghi, spesso (non sempre) molto lontani dai circuiti consueti: ovili in Sardegna, chiese sconsacrate, boschi, in cima alle dolomiti, aie della bassa padovana, ateliers, giardini, laboratori, stalle, appartamenti.

Occasionalmente mi capitava di ospitare sul palco  qualche musicista locale, a volte amico, a volte estraneo, e di condividere un frammento di concerto. Questa è la volta in cui l’amico ed eccezionale contrabbassista Riccardo Barbera mi ha raggiunto per un paio di brani a rendere spuria, come dicevo, l’intestazione del disco.

Perché, come consiglia il titolo (preso dai titoli di testa di Dead Man di Jarmusch, citazione dello scrittore surrealista Henri Michaux), se devi viaggiare assicurati che i compagni con cui ti incammini siano vivi. Questo disco quindi non può che essere considerato una testimonianza a campione di un tour entusiasmante proprio perché esso stesso impuro, inconsueto, vitale.»

Con queste parole Turra descrive il suo quinto lavoro, registrato nel corso di un tour che fu conseguenza dell’impossibilità di portare dal vivo tutti i musicisti e le formazioni che avevano registrato su ”Filmworks“.

A fronte della decisione di Alberto di girare in solitudine, la neonata etichetta newyorkese Chant Records, diretta dal chitarrista Jon Madof e contrabbassista-oud player Shanir Ezra Blumenkranz (già compagno di band di Turra in Spiritsongs) in collaborazione con la stessa Felmay dopo qualche tempo hanno deciso che sarebbe stato opportuno lasciare un reperto dell’eccezionalità di questa esperienza.

Si ascolteranno perciò brani originali estratti dal repertorio del compositore e due standard (o cover, se il lettore/ascoltatore è di provenienza non jazzistica) con rimandi a Marc Ribot, al Neil Young di Dead Man (film che, proiettato ovunque, ha accompagnato tutto il tour), strappi free-bop, free-rock, divagazioni “friselliane” stratificate a sostegno di un lirismo che con agio si muove tra Jim Hall, Pete Cosey, Vernon Reid e Jef Lee Johnson. Il supporto dell’enorme talento del contrabbassista genovese Riccardo Barbera in due brani fa lievitare vertiginosamente la forza comunicativa.

L’intero progetto grafico del cd è stato concepito intorno al lavoro dell’artista-fotografa italiana Serena Rose Zerri la quale ha seguito gran parte delle date del tour e ritratto l’artista congelandone movimenti ed espressioni in scatti a lunga esposizione.

 

Alberto N. A. Turra

Chitarrista, arrangiatore, improvvisatore, compositore, Alberto N. A. Turra è un musicista completo e multiforme che si muove sulla scena italiana da oltre dieci anni, fondendo l’urgenza creativa con l’arte improvvisativa, il jazz visionario, l’anima balcanica, la vitalità del rock, in un personalissimo e non convenzionale mondo sonoro.

Da molti anni alterna l’attività di chitarrista tout-court a quella di compositore (per il cinema, per il teatro e per la danza contemporanea) insieme a quella di band leader (Kabikoff, Turbogolfer, International Troubadours).

Costantemente attivo sul fronte del live/tour con numerose band, artisti e collaborazioni tra cui spiccano i nomi Shanir Blumenkranz (jazz-core-avant), Roy Paci-Corleone (jazz-core), Pierpaolo Capovilla (alt-rock), Mamud Band (afro-funk), Giovanni Venosta (avant), Sonata Kommandoh (avant-jazz-rock), Diego Mancino (alt-pop), Sarah Stride (alt-pop), Nippon Eldorado (avant pop), Keter (jazz core con Kenny Grohowsky e Shanir Blumenkranz) sul territorio italiano, europeo e statunitense.
Alcune sue composizioni per la danza contemporanea sono state suonate al Royal Opera House-Covent Garden (Londra).

“Alberto è così, gli ho visto spaccare il volante di un furgone perché in radio passavano un pezzo dei Police suonato dalla filarmonica greca. La volta che ci siamo presentati mi disse: mi piace Stevie, Muddy e Vernon Reid. Ci siamo abbracciati.”
Ago Panini, regista, fotografo, bassista