Esce il video di “Divorami” brano che da il  titolo al primo album dei Manitoba, scritto da Filippo Santini e Giorgia Rossi Monti.

La title track è ispirata a Bukowski e alle sue poesie d’amore disperato. Un amore disperato eppure pieno di speranza. E’ meglio ubriacarsi, non fare niente e guardare il cielo piuttosto che stare con qualcuno che ci fa soffrire. Ma non è sempre così facile dimenticarsi una persona e, in fondo, un po’ ci piace stare su queste montagne russe; è sadico sì, ma ci fa sentire vivi. Abbiamo scritto questo pezzo poco prima di entrare in studio, ed è bello che sia finito nel disco e che gli abbia dato il titolo, “Divorami”.

Dal 2014 si esibiscono sui palchi di tutto lo Stivale sotto il moniker Manitoba. Questo disco è nato con ogni probabilità da una scintilla accesa quasi 15 anni fa in riva al mare di Baratti, vicino Piombino, quando i due protagonisti di questa storia s’incontrarono per la prima volta e, ancora senza saperlo, si legarono indissolubilmente per gli anni a venire in un sodalizio artistico e di vita. E così come fu naturale giocare su quel bagnasciuga, estate dopo estate, nella fase della vita in cui tutto è più puro e autentico, altrettanto spontaneamente la musica è entrata nella vita dei due ragazzi e fluisce oggi libera nelle dieci canzoni che compongono questo lavoro.

Quel che colpisce immediatamente nell’ascoltare i Manitoba, infatti, è proprio l’assenza di calcolo e artifici perchè Filippo e Giorgia scrivono canzoni così come bevono acqua e le interpretano con quella gioia travolgente e quella stessa disinvoltura con cui da piccoli si scatenavano ogniqualvolta i loro genitori premevano il tasto play per godersi un disco.

Grazie alla sapiente guida del produttore Samuele Cangi ed alla supervisione artistica di Andrea Marmorini (già in cabina di regia con i Fast Animals And Slow Kids), i due artisti si sono messi completamente a nudo, senza paura di sbagliare o di scavare troppo entro se stessi. Il risultato è un album variopinto, che travolge l’ascoltatore in un viaggio coraggioso e intriso d’amore autentico, in cui le voci s’intrecciano in maniera inedita fino a fondersi con l’R’n’B della sezione ritmica, l’elettronica dei synth e l’alternative rock delle chitarre graffianti.

I contenuti sono altrettanto trasversali ed è così che brani come il singolo apripista “Hoolywood Pompei” restano in testa con una naturalezza disarmante, pur trattando temi assolutamente non banali come il passare del tempo, i pregiudizi della società moderna, la libertà sessuale o, ancora, la rivoluzione culturale di David Bowie. Un altro esempio è la title-track “Divorami”, ispirata alle poesie di Bukowski, in cui passaggi come «Ti penso e non ti cerco, ti cerco e non ti penso mai» ritraggono l’eterno rincorrersi, tra speranza e disperazione, dell’amore descritto nelle opere dello scrittore statunitense.

E proprio nel titolo è racchiusa la chiave di lettura di questo viaggio: una scelta che allude a quella voracità creativa di due songwriter mai sazi di respirare vita e trasformarla in musica, fiduciosi che questo disco «lo divori qualcuno, nello stesso modo in cui divora un pranzo chi ha davvero fame».