I Virtual Time sono un gruppo, non solo di musicisti ma di veri e propri amici, che nel corso degli ultimi due anni è stato colpito da vicende che vanno ben oltre il loro potere, come l’inaspettata e dolorosa infezione improvvisamente contratta dal chitarrista e fondatore Luca Gazzola al midollo spinale, che lo ha poi costretto in carrozzina. Questo avvenimento ha fatto sì che i ritmi fino ad allora frenetici della band venissero drasticamente rallentati, costringendo quindi i ragazzi ad interrogarsi sul proprio futuro,accendendo dubbi e domande sempre più insistenti nelle loro menti.

Tutto ciò, d’altro canto, ha però portato ad accumulare idee e materiale nuovi, come risultante diretta diun periodo difficile da digerire, stimolando la creatività e la voglia di rimettersi in gioco.

Frutto di questa fecondità creativa è l’incredibile numero di pezzi lavorabili che nasceva quasi quotidianamente, ed è proprio lì che è nata l’idea che si sarebbe poi concretizzata in “Pictures”: perché non pubblicare tutto questo materiale?
Temporaneamente orfani di una colonna portante nei concerti, non necessariamente lo sarebbero stati in studio di registrazione, loro casa per più di un anno. Fu così che nacque l’idea di suonare il più possibile insieme, fisicamente, mentalmente e spiritualmente, e dare luce ad un operato sincero e sentito, raccolto poi in cinque dischi antologici e tematici, pubblicati a distanza di pochi mesi gli uni dagli altri, che si differenziano non solo per la produzione, ma anche per generi e mood musicali, quasi come fosse un racconto diviso in capitoli.

I brani più significativi dell’intero progetto verranno poi raccolti in un unico greatest hits in formato
vinile.
Ma cosa vogliono suggerire i Virtual Time col titolo “Pictures”?

Termine dai molteplici significati e possibili traduzioni, tra le quali è stata scelta ‘cartoline’, proprio ad indicare l’indelebile ricordo e le precise fotografie scattate durante questo lungo percorso di cui la band vuole farci dono.

Per la realizzazione grafica di queste cartoline, la band si è inoltre avvalsa dell’ausilio di numerosi collaboratori, quali la giovane Emilie Hamn, fotografa norvegese autrice dello scatto in “From the Roots to a Folded Sky”, l’illustratrice bassanese Silvia Reginato, la cui mano ha dato alla luce i lodevoli disegni rappresentanti le tracce dello stesso primo capitolo e visibili sul canale ufficiale YouTube della band, João Cabral, un collettivo di fotografi portoghesi, che ha gentilmente concesso lo scatto di copertina per “/a·gò·gi·ca/”, ed il grafico Bruno Bizzotto, il quale ha curato l’intero progetto da inizio a fine.