“I am a bird now” (Anthony and the Johnsons) è uno di quei dischi che amo particolarmente. Ispirato alla vita di Candy Darling, esso si apre con una canzone-capolavoro: “Hope there’s someone”. Il live del 2005 a Malmö è denso di emozione e intensità.

Anthony siede al piano, parla con il suo pubblico che rimane ammaliato per tutto il tempo della canzone, vicinissimo al palco, con sguardo fisso o sguardo perso. Anthony si emoziona ed emoziona, si ferma e ricomincia. Sensibilità ed eleganza, forza e delicatezza. Dosare la potenza con sapienza. Sussurrare ed evocare.

La bellezza della ballata, raccontando di morte, solitudine e speranza, ci culla, ci dilania ma, al tempo stesso, ci purifica, fa correre l’anima. Un ascolto catartico, ad occhi chiusi, e poi “frenesia” improvvisa: la sua voce si intreccia ad archi e vocalismi che si rincorrono…e poi torna a placarsi.

Leggerezza e gravità.
Controllo ed emozione.
Tasti sfiorati da mani e voce.
Innocenza e vita graffiata.
Un grido sospirato di vita e di morte…e d’amore.
Sfumature che dipingono un quadro musicale da custodire e ammirare durante notti solitarie. In silenzio, con poca luce, distesi sul mondo.

 

“…Hope there’s someone

Who’ll set my heart free

Nice to hold when I’m tired…”