Continua l’omaggio di Populous alla femminilità al di fuori degli stereotipi, meno definita dal genere e accomunata dall’unicità. Esce il video di “Soy Lo Que Soy”, brano che vede la collaborazione con il duo Sotomayor e secondo singolo estratto da “W”, l’ultimo album di Populous.
Il video è girato da Silvia Maggi, documentarista italiana con base a Berlino. I lavori precedenti di Silvia rappresentano storie di persone queer e comunitá underground che ritraggono possibili scenari di vite non normative. In “Soy Lo Que Soy” il formato videoclip permette di rappresentare in poco tempo storie che troppo spesso rimangono sotterranee. Le persone qui ritratte “sono quello che sono”, indipendentemente dal loro lavoro e dal loro contesto sociale e si mostrano nella loro fierezza. Sembrano dire alla camera “Look, I’m fabulous!”. Questi video-ritratti della durata di 4 secondi ci restituiscono uno squarcio della diversitá nella comunità queer tra Berlino e l’Italia.
Bio
Populous è il moniker dietro cui si cela Andrea Mangia. Producer, deejay, autore di colonne sonore, sound designer per il web, musei e sfilate di moda. Da diversi anni porta alta la bandiera della musica elettronica italiana nel mondo.
Con 5 album all’attivo (il suo esordio risale al 2003 sulla prestigiosa etichetta berlinese Morr Music), nel corso della sua ormai lunga carriera si è guadagnato una lunghissima serie di recensioni entusiastiche non solo fra i media specializzati italiani, ma anche europei e mondiali (Pitchfork, Interview Magazine, XLR8R), imponendosi con sempre maggior autorevolezza come artista trasversale in grado di esplorare con disinvoltura generi musicali diversissimi tra loro, rendendo sempre riconoscibile ogni sua creazione.
Simon Scott/Slowdive, Vasco Brondi, M¥SS KETA (è lui il producer dietro a una hit come “Xananas”), Perturbazione, Teebs, Clap! Clap! sono solo alcuni degli artisti che ha prodotto o con cui ha collaborato. La lista dei grandi festival internazionali che hanno ospitato i suoi set è ancora più lunga e comprende, tra gli altri, SXSW (Austin), Primavera Sound (Barcellona), Eurosonic (Groningen), Tropikali (Amsterdam), Nos Alive (Lisbona), Tropico (Acapulco) e Selvamonos (Lima). In Italia, oltre ad aver vinto nel 2016 il premio di “Miglior artista” all’Italian Quality Music Festivals, non c’è un festival che non lo abbia inserito in line up.
Alla perenne ricerca di quanto ancora non sia stato esplorato e di quali stili non siano già stati mischiati, si aggiunge una capacità straordinaria di saper leggere con largo anticipo le tendenze e gli sviluppi musicali (non a caso nel 2010 vince il “Premio 2061 – La musica elettronica italiana del futuro”). Laureato in musicologia e ascoltatore onnivoro prima ancora che musicista, ha nella curiosità il suo tratto distintivo. Lo potreste tranquillamente incontrare tanto per strada ad applaudire uno sconosciuto gruppo andino quanto sull’Himalaya armato di microfono a raccogliere field recordings. È proprio questa instancabile curiosità che lo porta a interessarsi a tutti gli aspetti dei suoi lavori: dalle illustrazioni utilizzate per gli artwork, ai visuals, ai video clip. Tutto è parte di una visione precisa, curata nei minimi dettagli. La moda è un’altra sua grande passione (come dimostra la sua coloratissima collezione di camicie e calzini!) e non è un caso se tra le innumerevoli collaborazioni ci siano all’attivo anche quelle con maison come Gucci, Vivienne Westwood ed Isabel Marant.
Se i suoi primi lavori fluttuavano fra indietronica e hiphop, con “Night Safari” Populous si apre ai suoni del mondo: influenze world music (Africa e Oriente in testa) si fondono alla perfezione con l’elettronica di stampo europeo. Dopo una permanenza a Lisbona, nel 2017 arriva “Azulejos”, pubblicato da La Tempesta in Italia e Wonderwheel Recordings nel mondo. Qui l’attenzione si rivolge al Sudamerica e in particolare alla cumbia, che per la prima volta in Italia viene rivisitata in chiave elettronica. Il disco viene suonato da moltissime radio e dj della scena elettronica mondiale, finendo per essere fra i dischi dell’anno di svariati magazine.
La Tempesta: https://www.latempesta.org/
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